Generalita'

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DEL LATTE

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Per ottenere un prodotto con una qualità organolettica costante è essenziale standardizzare il rapporto grasso/proteine nel latte di lavorazione.
Nei diversi periodi della lattazione, si osservano nel latte di bufala ampie oscillazioni nel contenuto di grasso mentre il contenuto di proteine resta relativamente costante.
Ne risulta una grossa variazione nel tempo del rapporto grasso/proteine.
Gli effetti di tale fenomeno possono risentirsi in fase di trasformazione.
Se il livello del grasso nel latte di bufala è elevato e non è bilanciato da proporzionali quantità di proteina caseificabile , si hanno, sensibili perdite di grasso sia nel siero (in fase di rottura della cagliata) che nell'acqua di filatura.
Poiché il livello medio di proteine nel latte di bufala è intorno a 4,3-4,7 % , ne consegue che il contenuto di grasso nel latte che assicura una buona riuscita del prodotto dovrebbe essere intorno al 7% circa.
Invece, sia che i parti siano concentrati in un solo periodo dell'anno (ciclo tradizionale) sia che essi siano scaglionati lungo tutto l'anno (ciclo modificato), il contenuto di grasso nel latte di bufala è generalmente superiore al 7%.
Per avere, quindi, un latte di bufala in cui il rapporto grasso/proteine sia quello ottimale per la trasformazione in mozzarella, bisognerebbe sottoporre il latte a parziale scrematura.
Questa pratica tuttavia non è approvata dal disciplinare di produzione del formaggio a denominazione di origine , pur verificandosi che con una percentuale di grasso nel latte pari al 7%, si ottiene un formaggio con titolo di grasso superiore a quello minimo richiesto dal Decreto di Riconoscimento della Denominazione di Origine, fissato al 52% di grasso sulla sostanza secca.

Nella fase di preparazione, si possono distinguere i seguenti momenti:

* Analisi del latte prima della lavorazione;
* Pesatura e filtrazione;
* Pastorizzazione;
* Maturazione;
* Riscaldamento;
* Inserimento nel latte di lattofermenti o sierofermenti.

Al termine di questi processi si può passare quindi alla coagulazione del latte, mediante l'aggiunta del caglio di cui parliamo nella sezione dedicata alla coagulazione.