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Preparazione del latte

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La coagulazione del latte viene preceduta dall'addizione di sieroinnesto naturale (detto anche "cizza") ottenuto lasciando acidificare spontaneamente a temperatura ambiente il siero della lavorazione del giorno precedente.
L'acidità del siero innesto utilizzato è solitamente compresa tra 40 e 60° SH/100 ml.
La coagulazione viene effettuata mediante aggiunta al latte di caglio liquido di vitello (generalmente di titolo 1:10.000) il latte viene trasformato in caldaie di acciaio inossidabile mediamente della capienza di 10 qli. e la quantità di sieroinnesto aggiunta è variabile e comunque mai superiore al 2,5%.
Il riscaldamento del latte avviene per immissione diretta di vapore (in passato veniva effettuato mediante l'aggiunta di latte bollente alla massa complessiva), viene quindi addizionato del caglio (18-20 ml/qle di latte).
Vedi foto in basso.

La temperatura ottimale è fra i valori di 34 °C e 38 °C e la durata media della coagulazione non supera in ogni caso 30 minuti. La coagulazione, in base alle caratteristiche del latte (più o meno acido) e delle modalità di riscaldamento del latte in caldaia, può essere accorciata sensibilmente.
La soluzione tecnica ottimale è quella di immettere il latte in caldaia direttamente alla temperatura di coagulazione, cercando di mantenere tale temperatura costante mediante un opportuno sistema di termostatazione.
Di solito, però, il latte viene caricato in caldaia a temperatura ambiente o allo stato refrigerato e si procede successivamente al riscaldamento per immissione di vapore.
Le caldaie prive di dispositivo di termostatazione presentano una elevata superficie di scambio per cui già in fase di coagulazione il latte comincia a raffreddarsi.
Questi problemi vengono avvertiti prevalentemente nel periodo invernale durante il quale la lavorazione compiuta artigianalmente dura sensibilmente di più.
Al livello di processo possono verificarsi effetti diversi.

Da un lato risulta un'estrema variabilità dei tempi di coagulazione, cosa che non consente di ottimizzare i tempi di lavorazione nè di utilizzare al meglio gli impianti.
Dall'altro lato, variazioni anomale dei tempi di coagulazione possono provocare anticipi o ritardi nell'epoca ottimale di rottura della cagliata , con il risultato di prodotti con caratteristiche di consistenza estremamente variabili.
Gli esperti sanno bene, infatti,che da cagliate non sufficientemente mature si ottiene un prodotto molto compatto e duro mentre da cagliate sovrammature si ottengono prodotti privi di nerbo che si conservano per breve tempo.
Per eliminare i rischi di una coagulazione condotta in condizioni variabili sono state realizzate vasche di coagulazione di nuova concezione. Queste vasche, a differenza delle tradizionali polivalenti , sono completamente chiuse e dotate di dispositivo di termostatazione.
Si riduce, così, il tempo di coagulazione, eliminando anche la possibilità di inquinamento da corpi estranei o da insetti, in quanto dotate di sistema di chiusura.

La coagulazione può essere acida o enzimatica. Quella acida determina una cagliata poco elastica e con poca coesione (viene utilizzata per i formaggi caprini e per il mascarpone).
La coagulazione enzimatica o presamica, invece, si ottiene per azione dell'enzima chimasi aggiunto al latte con il caglio.
Si ottiene, così, una cagliata elastica, consistente e non demineralizzata, con uno spurgo uniforme.
Il grasso inglobato durante la coagulazione della cagliata, dopo le operazioni di rottura, passa nel siero che verra' riutilizzato nella produzione del giorno dopo.