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Il rinascimento segna
un momento di splendore non solo per il patrimonio artistico,
ma anche nella scienza e nella tecnica, si verifica un rinnovamento legato al
progresso civile ed economico del paese.
Mentre nella società medioevale si produceva per la famiglia
e per il piccolo borgo, nella civiltà rinascimentale,
caratterizzata dallo sviluppo urbanistico, si dovette far fronte
oltre alla domanda del borgo rurale anche a quella di nuovi mercati
urbani.
Per soddisfare le esigenze di una società in continuo
sviluppo demografico, urbanistico e manifatturiero, l'agricoltura
subì un profondo rinnovamento che portò ad accrescere
le produzioni, a specializzarsi e a realizzare una trasformazione
manifatturiera non più nell'azienda agraria ma negli stabilimenti
industriali.
Tra i protagonisti
più illustri del rinnovamento agrario del 1500 vi fu l'italiano
AGOSTINI GALLO nobile
bresciano, proprie-tario terriero, studioso ed esperto agronomo
che dedicò la sua vita ai problemi dell'agricoltura scrivendo
un trattato in merito.
Egli sviluppa i problemi inerenti all'allevamento del bestiame,
alle produzione del latte e alla successiva trasformazione in
latticini, contribuendo con questo vero trattato di tecnica casearia
alla conoscenza e diffusione dei nostri problemi caseari su tutti
i mercati europei. La principale produzione di formaggi si sviluppa
durante il periodo estivo nelle zone di alpeggio, mentre nel
periodo invernale le mandrie venivano in pianura a consumare
il foraggio essiccato.
La cascina lombarda
costituiva la sede invernale della zootecnica di transumanza,
i proprietari concedevano l'uso dei ricoveri e fornivano il fieno
necessario per superare il difficile periodo invernale in attesa
del ritorno all'alpeggio.
Nella buona stagione il latte veniva lavorato intero avendo cura
di rompere più finemente la cagliata e riscaldarla a temperatura
più elevata, procedendo in questo modo non si riscontravano
dei problemi nella lunga conservazione.
D'inverno
si produceva un formaggio meno pregiato, pertanto conveniva separare
la panna o grasso per la preparazione del burro.
Per dare un bel colore paglierino si usava introdurre nella cagliata
una certa quantità di Zafferano, questo perché
il formaggio con pasta più colorata era considerato di
qualità superiore.
La cagliata veniva ridotta a granella di riso con un bastone
tondo, e quando la cagliata cuoceva si rapprendeva uniformemente
veniva poi versata nelle fascere di legno, disponendo sopra dei
pesi; queste fascere erano poste su tavolati con una lieve pendenza
per facilitare lo spurgo e la raccolta del siero superfluo.
La salatura si effettuava strofinando, in riprese successive,
il sale sulla superficie del formaggio; compiuta la salatura,
dopo il primo mese, le forme venivano riposte in ambienti ben
aerati per la stagionatura e dopo ripetute raschiature e puliture,
la crosta veniva oliata e levigata per poter presentare il formaggio
in modo adeguato alla vendita, che avveniva non prima di 6-8
mesi, o più frequentemente dopo un invecchiamento di due
o tre anni ottenendo un prodotto inconfondibile per le qualità
organolettiche.
Si consigliava
anche di conservare il prodotto in cumuli di miglio o in olio
di oliva per mantenere più a lungo la morbidezza e il
delicato sapore.
Lo sviluppo delle Scienze Agrarie, che caratterizzo' buona parte
del 1500, subì nell'età barocca un rallentamento
ma le tecniche di conservazione rimasero pressoché immutate.
Per l'Italia
il 1600 è un secolo con scarso sviluppo economico, anche nella letteratura
agronomica non si hanno opere di prestigio se non quella pubblicata
nel 1644 L'economia del cittadino in villa, di VINCENZO TANARA,
che però non aggiunse niente di nuovo alle conoscenze
scientifiche e all'evoluzione delle tecniche agrarie.
Vi è
solo da rilevare che in questo secolo si verifica un aumento
dell'allevamento bovino e quindi della produzione lattifera che
condiziona la tecnica casearia.
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