Il
formaggio ha sempre rappresentato nella cultura di ciascun popolo
una importanza vitale economico-alimentare.
La trasformazione del latte praticata da tempi antichissimi ha
subito, dalle sue origini ai giorni nostri, una costante e radicale
trasformazione attraverso un processo di eventi nel solco dei
quali si legge la storia dell'uomo.
E' noto che l'esistenza in Italia di tanti tipi di formaggi,
alcuni conosciuti, altri meno o addirittura sconosciuti al grande
pubblico, dipende soprattutto dallo sviluppo della zootecnia
locale che si è consolidata già dalle origini quando
l'uomo imparò ad addomesticare agli animali produttori
di latte: dapprima ovini e caprini e successivamente bovini.
I formaggi hanno avuto una "preistoria" nei latti acidificanti
che precedette la storia del formaggio. Condizioni climatiche,
topografiche, pedologiche e culturali variabili in ogni singola
zona hanno determinato processi di evoluzione tecnologica molto
differenti.
Si può affermare che ogni
regione d'Italia ha creato tipi propri di lavorazione che si
estrinsecano nelle forme e nei gusti più svariati a secondo
delle consuetudini e delle esigenze locali del momento. Molte
varietà di formaggi sono poi uscite dai confini originari
di produzione creando su tutto il territorio italiano, un'industria
fiorente assai importante, sia dal punto di vista tecnico che
da quello economico.
La pastorizia
ha rappresentato la risorsa di maggior importanza economica prima
dell'instaurarsi della vera agricoltura che comincia quando l'uomo
impara "ad imitare la natura" e diventa coltivatore
del campo.
Con la pastorizia appare logico pensare che le risorse principali
dell'uomo fossero quelle derivanti dalla produzione di carne
e latte.
Il latte eccedente al fabbisogno familiare veniva destinato alla
produzione di bevande lattiche acidificate, il cui scopo era
quello di poter conservare il più possibile un prodotto
facilmente deteriorabile, questa tecnica delle bevande ha sicuramente
preceduto l'arte di fabbricare i formaggi.
Sin dall'inizio
della produzione, i formaggi a pasta molle rappresentavano il
metodo più semplice di trasformazione; le tecniche di preparazione basate su norme empiriche
e tradizionali si sono venute perfezionando attraverso una secolare
esperienza, raggiungendo oggi un notevole grado di perfezione.
I primi derivati del latte che ebbero diffusione in tutto l'Oriente
furono le bevande acide come il Komos e il Kumis citate da Erodoto
e Senofonte.
Contemporaneamente alla produzione di bevande a base di latte
acidificato inizia la storia del caseificio con la produzione
dei formaggi a pasta fresca e molle.
Il latte caprino ed ovino lasciato in canestri coagulava spontaneamente
o meglio si induceva la coagulazione con l'aggiunta di lattice
di fico.
Si separava così la parte più densa, che si rapprendeva
e acquistava una certa consistenza, dando così origine
ai primi formaggi denominati anche GIUNCATE perché prodotti
in contenitori di giunco o canestri.
Dal greco
FORMOS, messo in forma,
sembra derivare invece dal termine attuale di formaggio.
Il documento più antico che testimonia con particolare
precisione le fasi di lavorazione del latte si può ammirare
nel bassorilievo di civiltà Sumera denominato FREGIO DELLA
LATTERIA, che risale al III millennio a.C., dove sono rappresentati
i sacerdoti (esperti caseari dell'epoca) nei diversi momenti
applicativi della tecnica casearia.
I Romani perfezionarono le tecniche
casearie dei greci quando introdussero l'uso del latte vaccino
fino ad allora poco utilizzato.
Dopo l'anno 1100 il miglioramento
dei pascoli e dei prati polifiti permanenti nelle zone di pianura
e l'introduzione della marcita, portò ad un aumento qualificativo
della produzione foraggera sia fresca che secca.
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