"ERA AZZURRA, ERA CHIARA..."Muisq4r9.gif (4683 byte)

Muisq4r9.gif (4683 byte)..."LA FRESCA E DOLCE ACQUA"..

 

 

 

 

 

 

..e adesso.....

 

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Gisella Giaimo, 3A geom.

Il ciclo naturale dell'acqua dimostra come l'ecosistema acquatico sia dinamico e molto complesso. Le acque in natura non sono altro che soluzioni acquose, più o meno concentrate, di un'infinità di composti chimici, siano essi allo stato solido, gassoso o liquido, siano essi sali, acidi, basi , siano essi nocivi o meno all'uomo. La grande capacità solvente dell'acqua, il suo continuo trasformarsi in natura ed il grande uso che si fa di essa in tutte le attività dell'uomo, rende, purtroppo, estremamente facile il processo di contaminazione di tutto l'ecosistema acquatico.


TIPI DI INQUINAMENTO

Rispetto alla loro differenziazione nel ciclo naturale:

Rispetto alla loro provenienza d'uso:

Rispetto alla tipologia del contaminante:

  • INQUINAMENTO CHIMICO
  • INQUINAMENTO FISICO

  • INQUINAMENTO BIOLOGICO

  • INQUINAMENTO MICROBIOLOGICO

 


CAUSE  ed EFFETTI DI INQUINAMENTO

 

 

 

 

     

INQUINAMENTO DELLE ACQUE SUPERFICIALI

Quando vengono immesse acque non trattate nei corsi d’acqua naturali si ha l’inquinamento del ricevitore finale, che è il mare, provocando il fenomeno dell’eutrofizzazione (processo che provoca un aumento di sostanze nutritive comportando la crescita abnorme di alghe e altre piante verdi acquatiche) causato , in particolare, da sostanze come fosforo e azoto provenienti dall’agricoltura intensiva delle grandi e fertili pianure o provenienti dagli scarichi urbani dei grandi agglomerati a seguito dell’uso intensivo di detersivi ed altri prodotti chimici utilizzati anche nei processi produttivi.

L’uomo ha impresso la propria orma devastatrice anche sui corsi d’acqua: ne ha modificato il regime idraulico; ha distrutto la vegetazione di greto e di sponda; ha diminuito il potere depurativo delle acque e ne ha innalzato la temperatura, eliminando la vegetazione delle rive, fonte di ombreggiamento.

Il problema dell'inquinamento delle acque si presenta anche ad alte quote, perché ormai anche qui si sono accumulate sostanze nocive e tossiche: il ghiaccio non solo è acido, ma contiene DDT, piombo, mercurio, zolfo e, dopo il disastro di Chernobyl, sostanze radioattive.

Le acque che filtrano dalle montagne, raccolte anche dai nevai, sono dunque inquinate alla fonte, ma acquistano livelli di inquinamento man mano che scendono a valle e incontrano le opere dell’uomo: villaggi senza reti fognarie adeguate né impianti di depurazione; industrie, strutture zootecniche e agricole che non osservano le norme dell’unica legge esistente in materia di inquinamento delle acque (la legge Merli). Così un problema cruciale che si sta ponendo è quello dell’approvvigionamento di acqua potabile e della "potabilizzazione" di quella che non lo è.

 

   INQUINAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE

  Le piogge sono ormai prevalentemente acide . Nelle regioni colpite dalle piogge acide, numerosi laghi e fiumi sono divenuti anch'essi sensibilmente più acidi, specialmente quelli situati su substrati geologici con limitate capacità di neutralizzazione  (graniti e altre rocce silicee). Ciò, a sua volta, ha portato alla crescita del totale di alluminio disciolto nell'acqua. Queste condizioni hanno causato la diffusa riduzione della produttività biologica e la scomparsa di intere popolazioni di pesci.

               

INQUINAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

Anche l’acqua sotterranea può essere contaminata dalle attività antropiche. Il rifornimento idrico di acqua potabile in Italia si suddivide in prelievi d’acqua superficiale e sotterranea (di falda); è molto frequente  il prelievo di acque sotterranee tramite i pozzi. L’inquinamento delle acque di falda è meno facile da percepire e immaginare, in quanto è ancora molto diffusa la convinzione che le acque nel sottosuolo siano protette e risultino sempre e comunque di buona qualità. Questa convinzione si dimostra, purtroppo in molti casi, priva di fondamento.

Le rocce che costituiscono il sottosuolo, siano esse lapidee (es. granito) o sciolte (es. ghiaie), possono contenere un certo numero di spazi vuoti, più o meno intercomunicanti; il numero di spazi vuoti è definito porosità totale. La capacità della roccia di lasciarsi attraversare dall’acqua è invece detta permeabilità. Dalle condizioni di porosità e permeabilità delle rocce del sottosuolo, dipende la possibilità di formazione di una falda idrica.

La falda idrica è costituita da una porzione di sottosuolo in grado di contenere acqua (formazione idrogeologica), caratterizzata quindi da porosità e permeabilità. La falda è delimitata inferiormente da uno strato impermeabile, ad esempio di argille, che consente l’accumulo di acqua nella zona sovrastante. In particolare si parla di falda freatica per indicare quei flussi idrici nel sottosuolo la cui alimentazione è assicurata dall'infiltrazione verticale e che superiormente è a contatto con una zona di suolo non satura d'acqua. Si parla invece di falda artesiana quando lo strato permeabile saturo d'acqua è compreso fra due strati impermeabili di suolo; la falda semiartesiana è invece quella in cui lo strato di suolo superiore che la separa dalla falda freatica sovrastante o dal terreno non saturo è parzialmente impermeabile.

L’inquinamento delle falde è molto pericoloso, dal punto di vista della tutela dell’acqua come risorsa dell’uomo. Le acque sotterranee, infatti, una volta inquinate, hanno uno scarso potere depurativo e mostrano tempi di recupero della qualità originaria molto lunghi. Il grado di vulnerabilità di una falda agli inquinamenti si stabilisce valutando i seguenti fattori:

  • il grado di permeabilità, in senso verticale ed orizzontale, che determina la velocità di percolazione dell’inquinante;
  • la capacità autodepurante dei suoli, dovuta a filtrazione meccanica, adsorbimento, degradazione chimica e biologica;
  • il tipo e lo spessore di un’eventuale copertura a bassa permeabilità, che protegge l’acquifero dalle infiltrazioni inquinanti;
  • le condizioni di connessione idrologica tra falde e corsi d’acqua superficiali.

In riferimento a quest’ultimo fattore, bisogna considerare che un corso d’acqua disperdente può veicolare in falda sostanze inquinanti.

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