Muisq4r9.gif (4683 byte)L’INQUINAMENTO Muisq4r9.gif (4683 byte)

DI NATURA AGRONOMICA

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  • Inquinamento da fertilizzanti

Dagli anni '60 in poi i concimi naturali sono andati sempre più scomparendo, sopraffatti da quelli chimici, come: azoto, fosforo e potassio. Gli elementi più determinanti ai fini dell’inquinamento sono l’azoto (che viene impiegato per incrementare le produzioni delle colture), il fosforo e in minima parte anche il potassio.

Oggi molti agricoltori continuano ad impiegare ancora grandi quantità di concimi chimici azotati e ciò comporta problemi a carico dell’ambiente essenzialmente per tre motivi:

 

1) le piante assorbono l’azoto in modo limitato e in quantità variabile a secondo delle condizioni ambientali e del tipo di concime impiegato (nitrico o ammoniacale)

2) lo scarso potere di trattenuta del terreno dell’azoto. Ciò avviene principalmente per la forma nitrica, la quale essendo solubile viene dispersa nella falda acquifera, mentre la forma ammoniacale, essendo trattenuta dal potere assorbente del terreno, viene rilasciata gradatamente e quindi utilizzata dalle piante;

3) la somministrazione di urea, di concimi ammonici, liquami ed altri residui organici si forma dell’ammoniaca gassosa.

Quest’ultimo fattore implica un altro tipo di inquinamento, infatti nella troposfera l’ammoniaca, a seguito della trasformazione in ossidi di azoto, può rimanere inalterata per poi ritornare sulla terra e sui corpi idrici superficiali per effetto delle piogge o della deposizione di particelle solide. Gli ossidi di azoto quindi possono reagire con l’ozono comportando un aggravio in merito alla formazione del cosiddetto "buco dell’ozono".

L’eccessivo uso di azoto provoca non solo l’inquinamento dell’ambiente per l’accumulo di sostanze chimiche, ma anche una certa tossicità alle piante, una loro maggiore sensibilità agli attacchi parassitari, alle escursione termiche, il ritardo nella maturazione, come nel caso dei cereali, che implica una minore resistenza alla siccità primaverile.

L’inquinamento più grave è però procurato alle falde acquifere e, in ultima analisi, ai bacini di scarico finali come fiumi, laghi e mare. Anche nei terreni in pendio possono verificarsi perdite di azoto per ruscellamento superficiale e per erosione.

Per quanto riguarda il fosforo, esso viene trattenuto nel terreno in funzione direttamente proporzionale alla sua acidità. Ciò comporta l’impossibilità di una sua lisciviazione e pertanto un impatto non eccessivamente negativo sull’ambiente, a cui di contro corrisponde anche un effetto praticamente inutile sulle colture. Quindi in ultima analisi il danno maggiore è di tipo economico ed a carico dell’ingenuo agricoltore.

 

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  • INQUINAMENTO DA FITOFARMACI

I fitofarmaci sono dei prodotti chimici che difendono la pianta dalle avversità di natura fungina (anticrittogamici) e di natura animali (insetticidi e acaricidi) e dalla competizione idrica e nutritiva delle piante infestanti (diserbanti).

I fitofarmaci comportano effetti tossici nei tre ambienti: aria, acqua e terra.

Le conseguenze che subisce l’ambiente sono dirette e di tipo tossico non solo verso gli organismi viventi da controllare ma anche verso gli altri esseri come insetti, api, uccelli, pesci e le piante. e rappresenta il vero scopo della somministrazione di questi prodotti è proprio l’ottenimento dell’effetto tossico a carico di alcuni organismi viventi. Sfortunatamente non sono gli unici a subirne le conseguenze, infatti indirettamente viene sconvolto l’equilibrio ecologico della fauna, a causa della indiscriminata morte sia dei parassiti che degli entomoparassiti, ovvero quegli insetti "buoni" che svolgono azione di controllo contro gli insetti dannosi alle piante.

Nel suolo un fitofarmaco va incontro a diversi processi: all’assorbimento da parte del suolo, all’assorbimento da parte della pianta al suo trasporto fino a raggiungere i corpi idrici sotterranei.

Se il suolo è ben dotato di sostanze organiche il passaggio del fitofarmaco in profondità viene ostacolato, ,limitandone così la diffusione e favorendo i processi di assorbimento da parte della coltura. Quantità eccessive di fitofarmaci causano un inquinamento sia delle acque profonde che di quelle superficiali. Col passare del tempo la coltura lo assorbe in quantità così grandi, che accumulati possono originare fenomeni di tossicità nei consumatori. I fitofarmaci si diffondono nell’ambiente anche a causa delle condizioni metereologiche, infatti le acque superficiali grazie al principio attivo trasportano il materiale solido che lo ha inglobato. Il processo fondamentale per il disinquinamento del terreno è la degradazione per via biologica. Questa operazione viene fatta da specie aerobiche in terreni con giusta umidità e ottima aerazione per favorire lo sviluppo e l’attività microbica. L’inquinamento del terreno dipende dalla persistenza nel tempo degli agenti inquinanti apportati dai fitofarmaci; questi sono influenzati dai fattori climatici che decisamente caldi possono favorire la volatilizzazione.

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