Il Comandante Tarabotto

 

1. La vita di Tarabotto

Tarabotto nacque a Lerici nel 1877 e si trasferì verso l'inizio del 1900 a Genova con la sua famiglia per poter ottenere il diploma di Capitano di Lungo Corso frequentando l'Istituto Nautico.

Iniziò a navigare da giovane sui velieri che facevano rotta verso l'America meridionale; fece il servizio militare sulla corazzata Lepanto. Finito il militare navigò come terzo ufficiale su navi minori in rotta con la Cina e l'Inghilterra. Nel 1909 affiancò sul Principessa Mafalda il comandante Renzo De La Penne come Primo Ufficiale.

Tarabotto ebbe il suo primo comando nel 1913 sul piroscafo Indiana (in rotta per il nord America), comandando la nave anche durante la guerra.   

Ritornò sulla nave Mafalda come comandante e successivamente comandò il Duilio e poi l'Augustus, prima di portare il Rex alla conquista del Nastro Azzurro.

Dopo aver "lasciato le redini" al Comandante Attilio Frugone, Tarabotto salutò l'equipaggio lasciando soltanto un semplice messaggio scritto di ringraziamento. Fino al 1946 gestì delle linee marittime e poi trascorse lunghi anni nella pace e nella serenità alloggiando in un appartamento in Corso Italia a Genova. Visse fino all'età di circa novant'anni.  

 

2. Il carattere del Comandante

Molte informazioni riguardanti il carattere di Tarabotto sono state fornite dal capitano di Lungo Corso Demetrio Conti: egli racconta che per il Comandante i suoi uomini erano bravi figgiêu ma, allo stesso tempo, non rivolgeva loro una parola. Demetrio Conti ha definito Tarabotto come un uomo tanto in gamba quanto taciturno; l'unica persona a cui il Comandante rivolgeva qualche parola era Luigi Gallo, il Comandante in Seconda.

Non è passata certo inosservata la formalità quasi eccessiva di Tarabotto: se lo si chiamava sul ponte di comando, sia che fosse giorno, sia che fosse notte, egli si presentava sempre vestito di tutto punto, compresa la cravatta. Una volta rimproverò un ufficiale di guardia che non salutò un M.A.S. che incrociava la nave in quel momento. Della vita privata di Tarabotto c'è ben poco da dire, i suoi unici amori erano le navi e il mare, non aveva mai  pensato a  mettere su famiglia. Con le signore si dimostrava un vero gentiluomo e con gli ospiti era sempre gentile e disponibile, soprattutto con chi voleva parlare con lui o con chi voleva visitare la nave. A parte qualche originale stravaganza il comandante era molto abitudinario; ogni volta che si partiva da Genova, si presentava sul ponte di comando alle ore 11:00, controllando che i componenti dell'equipaggio fossero ai loro posti. Con un cenno imponente rispondeva al saluto dell'equipaggio; si rivolgeva poi al primo ufficiale: "A lei la nave" e se ne andava.   

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