La Storia del progetto "Space Shuttle"

 

Il progetto Space Shuttle nasce negli anni '60 quando la NASA rileva l'esigenza di dotarsi di un veicolo spaziale che potesse rientrare sulla terra, con un atterraggio convenzionale, su un normale aeroporto. Questo veicolo, inoltre, avrebbe dovuto essere riutilizzabile per un gran numero di missioni, in modo da diminuire drasticamente il costo dei lanci spaziali.
Le prime esperienze in questo settore (anno 1959) sono quelle effettuate con l’aerorazzo North American X-15 (un mezzo al limite tra aereo e veicolo spaziale).
Altri esperimenti furono poi condotti con strani velivoli sperimentali, i cosiddetti "lifting bodies", che servirono a dimostrare la fattibilità delle tecnologie da applicare ad un tale progetto. Queste macchine volanti erano prive di appendici alari e ad esse appartiene una serie di progetti (in gran parte rimasti allo stadio teorico) che avevano lo scopo di verificare la fattibilità di un’astronave capace di rientrare nell’atmosfera ed atterrare in maniera convenzionale, come un qualsiasi aeroplano.
Il 31 Gennaio 1969 la NASA inviava alle maggiori industrie aerospaziali statunitensi una "richiesta di offerta" (ovvero una RFP - Request for Proposal) per la progettazione di un sistema di trasporto spaziale riutilizzabile.

La gara veniva vinta il 26 Luglio 1972 dalla Rockwell International, che presentava un progetto nel quale lo Space Shuttle Transportation System (come viene definito dalla NASA il sistema di trasporto spaziale) era costituito da un una navetta (chiamata anche Orbiter), un serbatoio esterno per l’idrogeno e l’ossigeno liquido (che avrebbero alimentato i tre motori principali della navetta durante la fase preorbitale) e da due booster a propellente solido (SRB).

Il primo esemplare della navetta, l’Enterprise (l'OV-101), destinata alle prove di volo, usciva dalla fabbrica il 17 Settembre 1976, mentre pochi giorni dopo venivano completate le modifiche all’aereo Boeing 747 destinato ad ospitarla sul dorso durante le prove e che, durante la fase di routine delle missioni, avrebbe costituito il mezzo di trasporto per tutte le navette nei trasferimenti dall’aeroporto di atterraggio al Kennedy Space Center.
Mentre l'Enterprise effettuava le prove in volo, prima con i voli vincolati sul dorso del Boeing 747 e poi con gli atterraggi planati sulla pista dell’aeroporto della base di Edwards, venivano completati i lavori sull’esemplare OV-102 (denominato poi Columbia), che era approntato per il primo lancio mediante l’assemblaggio con il serbatoio principale ed i due booster.
Finalmente il 12 Aprile 1981, con un ritardo di circa quattro anni sulla data inizialmente prevista, la prima missione (definita in codice STS-1) prendeva il via dal Kennedy Space Center, ai comandi degli astronauti John Young e Robert Crippen; ad essa successivamente seguiranno quelle degli altri tre esemplari costruiti : il Challenger (l'OV-099), il Discovery (l'OV-103) e l’Atlantis (l'OV-104).
A seguito della distruzione del Challenger, avvenuta il 28 Gennaio 1986, che provocava la morte dell’intero equipaggio di 7 astronauti (del quale faceva parte un'insegnante), il programma però subiva una interruzione di circa 36 mesi, nel corso dei quali venivano apportate profonde modifiche a quei componenti del sistema (i boosters) che erano stati all’origine del disastro.
Le missioni dello Space Shuttle riprendevano quindi con regolarità ed il Challenger veniva sostituito dall’Endeavour (OV-105), che riportava a quattro il numero delle navette disponibili.

Le missioni sono così continuate fino ai giorni nostri (clicca qui per vedere l'elenco delle missioni) ed è previsto che esse continuino almeno fino all’anno 2000. Infatti, nei prossimi anni lo Space Shuttle porterà in orbita gli elementi che serviranno per l'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale, che sarà la più grande struttura mai costruita dall'uomo nello spazio.

La NASA sta però già portando avanti gli studi per dare un successore allo Space Shuttle, in quanto le navette dovranno essere ritirate dal servizio al raggiungimento della loro vita operativa che è stimata in poche decine di lanci per ogni esemplare.