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Riti e costumi:

La portentosa acqua di Egeria
La miracolosa acqua di San Geminiano
L'acqua dell'amore di Pievepelago
La straordinaria acqua del dottor Moreali
L'acqua minerale "Egeria"

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La portentosa acqua di Egeria: dalla fonte sacra il sussurro di un rito segreto

aqued.jpg (12978 byte) "Vi era un bosco irrigato nel mezzo da una fonte d'acqua perenne che sgorgava da un'ombrosa grotta. E poiché Numa assai spesso vi si recava senza testimoni come per incontrarsi con la dea, consacrò quel bosco alle Camene poiché ivi esse si ritrovavano con Egeria sua sposa".

Tito Livio

Acqua sacra e feconda

Egeria, amica e consigliera del re Numa Pompilio, era una dea protettrice delle nascite e delle acque sorgive. Con le acque, che sgorgavano dalla grotta, praticava riti divinatori per ispirare il re, impegnato nel compito di creare una saggia legislazione.

I Romani credevano che Egeria aiutasse a partorire (e-gerere significa in latino "mandar fuori"). Per assicurarsi un buon parto, le donne il 13 di agosto si recavano in processione alla sorgente della ninfa, illuminando il percorso con delle torce.

Mentre nell’Antico Testamento la sacralità dell’acqua ha relativamente poco spazio, nelle altre tradizioni arcaiche ne ha ben di più. Fontane e sorgenti sono raramente proprietà del diavolo; spesso testimoniano quei poteri che furono attribuiti prima alle ninfe, poi alle fate, e che si trasmisero in seguito alle sante e ai santi, come anche alla Vergine.

Antichissime pratiche rituali e votive sopravvivono nelle zone del nostro Appennino.

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La miracolosa acqua di San Geminiano: dalla polla benedetta un canto di candida fede

gemini2.jpg (11456 byte) "Geminiano ubbidì. Abbandonò la montagna, scese in pianura. Giunto che fu a Cognento, piantò il bastone nel terreno e all’istante vide zampillare un getto d’acqua chiara. Vi galleggiavano su foglie di faggio e questo era un segno che quell’acqua veniva dalla montagna. Infatti Geminiano ne bevve nel cavo della mano e ritrovò il buon sapore".

Giancarlo Silingardi

Acque perenni in comunione

San Geminiano, nominato vescovo di Modena, ritenendosi indegno, si allontana dalla città e si rifugia nei boschi tra Piandelagotti e il Passo delle Radici. Qui San Pellegrino lo convince a ritornare in pianura, promettendogli che, se pianterà il suo bastone in terra, avrà dell’acqua buona come quella della sorgente alla quale è solito bere. Potrà capire che la fonte è quella promessa, e che l’acqua viene dalla montagna, dalla presenza in superficie di foglie di faggio. E così si compì il miracolo della comparsa delle acque miracolose, meta ancora oggi di pellegrinaggi, soprattutto nel mese di maggio.

A questo mondo di religiosità elementare appartengono anche le feste popolari. Il 25 Gennaio si festeggia San Paolo, "San Paolo dei segni". La notte le ragazze, che desideravano conoscere il mestiere del futuro marito, mettevano sul davanzale della finestra un piatto con poca acqua. Il mattino seguente negli arabeschi dell’acqua gelata intravvedevano gli attrezzi usati dall’uomo che avrebbero sposato.

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L'acqua dell'amore di Pievepelago: nel verde il sortilegio di un richiamo

cupidr.gif (3083 byte) Si racconta che un sorso delle acque della "fontanina dell’amore", che si trova a Pievepelago, in provincia di Modena, abbia il potere di legare fatalmente l’uomo e la donna che lo bevono insieme.

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La straordinaria acqua del dottor Moreali: tra i campi una speranza color rame

moreali.gif (4066 byte) Il dottor Giovanni Battista Moreali al tempo di Francesco III notò, nella campagna modenese, una fontana dall’acqua di un colore particolare, che i contadini chiamavano "acqua di rame". La analizzò e la dichiarò medicinale. La fama delle sue virtù prodigiose si diffuse ed il conte Borso di Sant’Agata incanalò l’acqua nella strada pubblica perché tutti potessero berla. I Modenesi però finirono per dubitare delle decantate proprietà benefiche e coniarono il noto proverbio: "al còunta come l’acqua ed Murièl cl’a-n fa né bèin né mel" (conta come l’acqua di Moreali che non fa né bene né male).

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L'acqua minerale "Egeria": nel presente nostalgia di purezza

Caratteristiche distintive         

Acqua medio-minerale, acidulo-alcalina, di sapore gradevole può essere definita anticatarrale, antidispeptica, antiurica e attivante il metabolismo azotato (rel. farmacologica-chimica dell'anno1993 del prof. Messina, titolare della cattedra d'idrologia medica dell'Università di Roma).

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Dalla sorgente alla bottiglia culti antichi e moderni

"L’acqua delle sorgenti o fiumi sacri poteva…, da sola o mescolata con opportune sostanze, curare varie malattie o guai anche psicologici. Un esempio curioso e attuale di queste antiche credenze è, se ci si pensa bene, il moderno culto delle acque minerali, che tanta gente beve con fiducia dalle bottiglie verdi munite di misteriose etichette ricche di dati e di firme di autorevoli professori. Tante persone consumano queste acque sperando che esse guariscano certi loro mali, soprattutto dell’apparato digerente e urinario. Viene però da chiedersi quanto di questa fiducia nasca effettivamente da una convinzione scientifica. Noi sospettiamo che in molti casi essa sia dovuta piuttosto a un residuo dell’antico mito dell’acqua «minerale», ossia sorgiva dalle rocce, feconda, purificatrice: un residuo che tuttora resiste nelle mente e nelle abitudini, per tanti versi ormai lontane dall’antico rapporto sacrale con la natura, del tipico abitatore della città moderna".

Marco Fontana

                                                                                                   

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1998-99   I.T.C.S. "Jacopo Barozzi" MO    gruppo interclasse M.C.A.   prof.ssa Laura Bortolani

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