CLASSIFICAZIONE DEI TERREMOTI

Esistono due scale per indicare l'intensità di un terremoto: quella dell'italiano Mercalli e quello dello statunitense Richter

SCALA MERCALLI

1°   grado=impercettibile

2°   grado=molto lieve

3°   grado=lieve

4°   grado=moderata

5°   grado=abbastanza forte

6°   grado=forte

7°   grado=molto forte

8°   grado=distruttiva

9°   grado=fortemente distruttiva

10°  grado=rovinosa

11°  grado=catastrofica

12°  grado=totalmente catastrofica

SCALA RICHTER

magnitudo  quantità tritolo    equiv.Mercalli

1,0            20 kilogrammi          0° grado

2,0              625 kilogrammi      1° grado

5           3500 kilogrammi          2° grado

3,0             20 tonnellate           3° grado

3,5            110 tonnellate          4° grado

4,0             625 tonnellate         5° grado

4,5            3500 tonnellate        6° grado

5,0            20000 tonnellate      7° grado

5,5          110000 tonnellate     8° grado

6,0         625000 tonnellate      9° grado

6,5         3500000 tonnellate    10° grado

7,0        20000000 tonnellate   11° grado

7,5         110 megatonnellate    12° grado

8,0         625 megatonnellate    13° grado.

RISCHIO SISMICO E PERICOLOSITA`

Nel linguaggio comune c'e` notevole ambiguità nella differenza di significato fra le parole "rischio" e "pericolo" tanto che i due termini vengono generalmente usati come fenomeni. Nel caso dell'ingegneria sismica i termini rischio e pericolo, o pericolosità, traducono in italiano, rispettivamente, i corrispondenti vocaboli inglesi "risk" e "hazard". Questi ultimi hanno nella loro lingua significato diverso infatti mentre "hazard" definisce una forma di pericolo, "risk" indica la possibilità di trasformazione della sorgente di pericolo in danno reale. Passando ad una notazione simbolica di quanto espresso precedentemente, possiamo scrivere:

RISCHIO = INCERTEZZA + DANNO (1)

RISCHIO = PERICOLOSITA'/SALVAGUARDIA (2)

dove la (2) evidenzia come il rischio possa essere ridotto aumentando le salvaguardie (limiti di sicurezza), a parità di pericolosità. Venendo ora più direttamente al caso dell'ingegneria sismica, possiamo definire come pericolosità, qualcosa che sia direttamente riferita alla vibrazione dovuta ad un terremoto che un sito può sperimentare mentre come rischio sismico indicheremo qualcosa collegato con il probabile danno che quel sito ne subira`. Più precisamente con pericolosità sismica S si indica la probabilità di superare un valore scelto di vibrazioni (intensità macrosismica, accelerazione orizzontale, ecc.) in un fissato periodo di tempo. Il rischio sismico R e` stato solo recentemente introdotto in maniera analitica nel seguente modo: R=S*V*A (3) dove la vulnerabilità V qualifica lo stato di conservazione del patrimonio edilizio delle strutture sociali che possono essere rese inoperabile dal terremoto ed il valore A e` la quantificazione economica di tutte le realtà danneggiate (vite umane, edifici, strutture produttive, beni artistici e culturali, ecc..). La funzione analitica (cioè il modello ) che lega i predittori, ossia le variabili a destra del segno =,e che esplicita quantitativamente il rischio non e` stata ancora calcolata in quanto la (3) e` una valutazione globale del rischio di difficile applicazione pratica. Sono stati, invece, considerati dei rischi più specifici (per esempio di danneggiamento di edifici ) per cui il modello espresso (3) va definito di volta in volta in funzione delle variabili scelte e dai dati disponibili. A livello applicativo possiamo dire che mentre il calcolo della pericolosità sismica fornisce indicazioni su come costruire i nuovi edifici affinchè subiscano solo danneggiamento marginale dall' azione sismica, il calcolo del rischio sismico individua le aree dove intervenire con priorità nell' opera di adeguamento anti sismico delle vecchie costruzioni.

RISONANZA

Un altro modo per limitare i danni dei terremoti può essere quello di costruire gli edifici con materiali, con strutture e forme che permettono alla costruzione di avere una oscillazione critica, molto minore o maggiore di quella provocata da un terremoto

NORME DI COMPORTAMENTO

Se siete in un luogo chiuso:

-mantieni la calma

-non precipitatevi fuori

-restate in una stanza e riparatevi sotto un tavolo, sotto l'architrave della  porta o vicino ai muri portanti

-allontanatevi dalle finestre, porte con vetri e armadi

-dopo il terremoto abbandonate l'edificio senza usare ascensori

Se siete all'aperto:

-allontanatevi dagli edifici, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee elettriche

-cercate un posto dove non avete nulla sopra di voi, se non lo trovate

-cercate riparo sotto una panchina

-non avvicinatevi ad animali spaventati

LA SITUAZIONE DEL VERONESE  E LE SUE PRINCIPALI ZONE GEOMORFOLOGICHE E SISMOGENETICHE

Nella provincia di Verona si possono distinguere geologicamente tre zone tra loro differenti: una corrisponde ai gruppi montuosi del M.Baldo e del M.Pastello, una caratterizzata dal complesso tabulare dei M.Lessini e la zona dell'anfiteatro morenico del Garda, più parte della pianura;le prime due si differenziano tra loro per il diverso stile tettonico.Dal punto di vista strutturale il settore del M.Baldo e del M.Pastello risultano costituiti da  una successione di zolle allungate da Nord verso Sud , inclinate verso NW-SE (direzione Schio -Vicenza). Questo intricato sistema di fratture si inserisce in un insieme di pieghe ben evidenti soprattutto ad ovest dell'Adige ad andamento SSW-NNE; si tratta dell'anticlinale (piega degli strati della crosta terrestre , convessa verso l'alto) asimmetrica del M.Baldo (parallela alla faglia del Garda )e della sinclinale di Ferrara di M.Baldo. Il raccordo tra queste due strutture avviene attraverso un sovrascorrimento che si può seguire nei pressi del Passo Campione (a nord) fino al M.Belpo con andamento circa Nord-Sud per un lungo tratto ed est-ovest nel tratto più meridionale nei pressi di caprino Veronese. Il regolare fianco occidentale monoclinalico del M.Baldo prosegue fino a punta S.Virgilio modellandosi in debolissima monoclinale nei pressi di Albisano; quest'ultima risulta interrotta sul suo bordo orientale da una faglia verticale anch'essa di direzione giudicariense e che prosegue verso SW oltre Garda fino a Sirmione. Il settore Albisano - S.Virgilio è inoltre troncato da alcune faglie sub-verticali a d andamento NW-SE, responsabili della struttura a gradini di Punta S.Virgilio. Ad Est il complesso tabulare dei Monti Lessini costituisce un altipiano debolmente inclinato verso Sud emergente dalla pianura ed elevantesi fino a 1900 m s.l.m.

LA SISMICITA'

L'area in oggetto sembra essere stata interessata dai fenomeni sismici più violenti in epoca romana e medioevale mentre presenta una sismicità relativamente bassa nel periodo strumentale (periodo in cui i vari dati dei terremoti vengono oggettivamente registrati da strumenti).Prendendo in esame i terremoti del periodo storico possiamo dire che hanno interessato specialmente le regioni circostanti il Lago di Garda e la fascia pedemontana ad est del lago stesso. Si vede inoltre un'evidente concentrazione di attività sismica nella zona del monte Baldo , di Verona e di Vicenza con terremoti che possono raggiungere anche il IX° grado della scala Mercalli. La localizzazione dei sismi storici di questa parte della regione alpina è stata senz'altro influenzata dalla presenza delle città venete e da alcuni centri abitati presso il lago di Garda, che godettero importanza anche nei secoli passati. Per quanto riguarda gli eventi più forti bisogna dire che sono stati ristudiati in dettaglio, ma la loro locazione risulta molto approssimata, essendosi manifestati con valori di intensità anche superiori al X° grado della scala Mercalli ed avendo perciò interessato aree vastissime. Il sisma del 21 luglio 365 d.C. di intensità stimata intorno all'XI° grado della scala Mercalli, provocò gravissime distruzioni a Belluno, Padova e Verona; pare addirittura che il fiume Piave abbia cambiato il suo percorso. Un altro terribile terremoto colpì praticamente tutta l'Italia settentrionale il 3 gennaio 1117 provocando distruzioni da Piacenza a Cividale e persino in Svizzera. Ricordiamo ancora i terremoti che nell'ultimo decennio del 1800 colpirono la zona pedemontana tra Verona e Vicenza con intensità dell'VIII° grado della scala Mercalli. I terremoti del secolo in corso hanno interessato principalmente la regione ad ovest del Lago di Garda. Un'analisi critica dei dati finora esposti porta a considerare sicuramente attiva la zona circostante il lago di Garda e la regione pedemontana.

Carta Neotettonica del veronese e di zone limitrofe Carta dei volumi focali dei terremoti dall'anno 238 d.C. all'anno 1977

Carta geologico strutturale del Veronese e zone limitrofe

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