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I PATRIARCHI ARBOREI
Un aspetto importante del mondo vegetale è la salvaguardia di singoli esemplari di piante, specialmente se si tratta di colossi arborei plurisecolari di importanza storica, paesaggistica e naturalistica. Gli alberi possono essere catalogati e talvolta vengono addirittura contrassegnati da una segnaletica che consente di tutelarli e di farne oggetto di appositi itinerari educativi. L'Italia nel 1971 ha lanciato con l'ausilio del Parco Nazionale d'Abruzzo una campagna per difenderli, chiamata "Operazione grande albero", la campagna ha riscosso grande interesse suscitando però minori entusiasmi da parte delle autorità competenti. Le segnalazioni consentirono di tracciare il primo sommario della situazione, adottando le misure di urgenza prioritarie per salvare il salvabile; infatti la situazione era piuttosto preoccupante e il futuro di queste piante appariva estremamente precario. A distanza di circa vent'anni, qualcosa è stato ottenuto in quanto l'attenzione verso i colossi verdi è stata intensificata; molti privati, infatti, hanno aderito alla convenzione proposta, impegnandosi a difendere i propri alberi plurisecolari. Inoltre hanno finalmente incominciato a muoversi alcune regioni tra cui le Marche, l'Alto Adige e l'Emilia Romagna. L'incomprensione del valore dei vecchi alberi nasce anche da una profonda ignoranza ecologica di ciò che essi rappresentano per la vita degli animali. Infatti senza i patriarchi verdi sarebbe senz'altro compromessa l'esistenza di molti uccelli, mammiferi e microorganismi che sono legati al grande albero per il cibo, il nido, la tana, il riparo e inoltre gli animaletti che uccidono e decompongono lentamente l'albero rappresentano in realtà gli anelli primordiali di una catena alimentare essenziale per i più rari e interessanti animali della selva. Malgrado molti sforzi, la ricerca, l'individuazione e la protezione dei "patriarchi verdi" procede con eccessiva lentezza, grazie agli sforzi di pochi appassionati e di rare autorità pubbliche. Molto spesso dei giganteschi alberi non ne è rimasto che il ricordo, mentre sarebbe stato di grande arricchimento per noi e per le generazioni future conservare queste parti viventi della nostra storia. Dai conteggi approssimativi, o addirittura da stime induttive, che non hanno valore scientifico-assoluto, è apparso che i più vecchi alberi d'Italia sarebbero il famoso e gigantesco Castagno dei Cento Cavalli in Sicilia (2.000 - 4.000 anni) e l'enorme Olivo di Sant'Antonio di Gallura (3.000 anni), ma basandosi su datazioni obiettivamente sicure il titolo di albero più longevo spetterebbe a un esemplare di Pino loricato in Calabria (950 anni).
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