Il sistema dell'istruzione

Le nuove ipotesi di riforma

L'innalzamento dell'obbligo Il riordino dei cicli

Le conoscenze fondamentali della scuola

Il piano di sviluppo delle tecnologie multimediali

"Nuovo esame di Stato al posto della Maturità "modello 1969", avvio dell’autonomia con i "piani di dimensionamento" degli istituti scolastici e la trasformazione dei presidi in dirigenti, estensione dell’obbligo e dibattito sulla parità statale-non statale, riforma dei "saperi" e progetto di riordino dei cicli, preiscrizioni universitarie via Internet: la scuola italiana sta cambiando. Ma la strada imboccata è quella del rinnovamento e della modernizzazione, al passo con i Paesi europei più progrediti, oppure ci condurrà verso una maggiore burocrazia e confusione di competenze e ruoli (pensiamo alla legge sui nuovi "organi collegiali" in discussione alla Camera e ai possibili effetti della "verticalizzazione", con i direttori didattici che prendono in carico una media aggregata, i presidi di scuola media, a loro volta, un liceo, e così via) ?

Spesso si tende infatti a trascurare il divario che ancora esiste in Italia fra la scuola "legale" delle disposizioni ministeriali e la scuola "reale", dove gli insegnanti faticano a conciliare il completamento dei programmi con i compiti e le interrogazioni, dove l’insufficiente sostegno per gli alunni portatori di handicap (o "caratteriali" magari con una certa propensione verso il "bullismo") si ripercuote seriamente sulla regolarità delle lezioni e anche sul processo di apprendimento di tutta la classe. Come ha messo in evidenza Giancarlo Gasperoni nel suo libro Diplomati e istruiti: rendimento scolastico e istruzione secondaria superiore (frutto di un’indagine condotta dall’Istituto Cattaneo di Bologna e pubblicata dal Mulino nel 1996), nella nostra scuola, rispetto agli altri Paesi europei, si osserva un graduale peggioramento man mano che si passa dalle elementari, alla media inferiore e infine alla secondaria superiore. Anche il divario Nord-Sud - citiamo ancora Gasperoni - relativamente ridotto nella scuola elementare, si allarga progressivamente nei cicli più avanzati. Così la media superiore, osservava qualche tempo fa sul Sole 24 Ore Tullio De Mauro, si è ridotta nelle condizioni descritte con ironia da Domenico Starnone e dal film "La scuola" tratto dai suoi racconti.

Dalle famiglie e dal mondo del lavoro c’è, verso la scuola, una notevole domanda di qualità e di apertura alla realtà internazionale. Il Rapporto Ocse sulla politica scolastica italiana, pubblicato nel maggio 1998, si chiude con una serie di Raccomandazioni che rappresentano una sorta di "Maastricht" del nostro sistema-scuola, dove gli obiettivi delle riforme in atto vengono incoraggiati, ma dove non mancano i rilievi critici, come la rigidità degli indirizzi (che non prevede, per esempio, l’alternanza scuola-lavoro), la mancanza di un’effettiva accountability (responsabilità) a tutti i livelli e di adeguati meccanismi di valutazione e di formazione continua degli insegnanti…".

"Siamo infine decisamente in coda per quanto riguarda la percentuale dei giovani che completano gli studi universitari: su 100 matricole, soltanto 30 arrivano alla laurea e ancora di meno nei previsti anni di corso (nella media Ocse soltanto un terzo degli universitari abbandona invece gli studi)…".

Adattato da Piero Fornara, Riforme: sì, ma..., in Il Sole 24 ore del 23 febbraio 1999.