Disoccupazione: un allarme europeo

Le politiche Comunitarie per l'occupazione

Il Fondo Sociale Europeo

Da Amsterdam a Lussemburgo: le "linee direttrici" comuni.

Nel 1994 furono definite per la prima volta delle linee d’azione comunitarie relative al problema dell’occupazione, che dovevano essere tradotte a livello di singoli stati in programmi pluriennali.

Con il giugno 1996 la Commissione europea lancia il "Patto di fiducia" con lo scopo di mobilitare tutti i soggetti coinvolti nelle politiche dell'impiego e nel mercato del lavoro. Si arriva così al trattato di Amsterdam del giugno 1997, che porta il problema dell'occupazione in primo piano tra le politiche dell'Unione con l'istituzione di un apposito capitolo, enunciando la necessità di coordinare le azioni intraprese dai singoli stati.

Secondo le disposizioni del trattato di Amsterdam, la Commissione europea, sulla base di un Rapporto annuale elaborato per fare il punto della situazione, si impegna a proporre delle linee direttrici in materia di politiche per l'impiego, compatibili con i macro orientamenti dell'Unione monetaria (vedi, in calce, quelle adottate per il 1998).

Ogni stato membro dovrà poi predisporre nella primavera di ogni anno un Piano nazionale che tenga conto delle direttrici comuni.

I piani nazionali per l’occupazione e il consiglio di Cardiff

Tutti i governi europei hanno preparato i Piani nazionali per l’occupazione e li hanno presentati nel corso del Consiglio di Cardiff nel giugno del 1998. La Commissione ha presentato una comunicazione descrittiva dei Piani centrata sull’esame degli impegni presi dagli Stati dell’Unione. Una serie di Paesi ha riesaminato la propria politica per l’impiego e alcuni Piani sono stati elaborati con l’aiuto dei rappresentanti regionali e sociali per conferire ai vari interventi una dimensione locale più forte. Alcuni aspetti dei Piani hanno, tuttavia, bisogno di essere perfezionati.

Dall’esame complessivo preliminare, la Commissione giudica i Piani della Francia e della Spagna i più adeguati ai livelli di trasparenza e coerenza, offrendo l’uno formazione e orientamento, e l’altro la prevenzione della disoccupazione di lunga durata .

Investire sull’innovazione e la competenza

Molte iniziative e programmi sono rivolti alla valorizzazione della ricerca, dell’accrescimento, delle conoscenze e competenze di cui deve disporre il sistema europeo. La maggioranza degli studi sulla competitività mostra, infatti, che le aziende dei paesi più competitivi sono quelli che investono meglio.

Per esempio in Francia, Regno Unito e Paesi Bassi alcune piccole imprese tecnologiche vengono create dai ricercatori stessi; e sempre maggiore è il numero dei "Business Angels", imprenditori che investono capitali per l’avviamento di nuove imprese di cui si fanno tutori. Purtroppo questa tendenza non è sostenuta in tutti i paesi dell’Unione per la mancanza di risorse finanziarie e per la scarsa integrazione tra ricerca e investimenti.

MIGLIORARE L'OCCUPABILITA', ATTRAVERSO:

  • Misure preventive che contrastino la disoccupazione giovanile e quella di lunga durata
  • Il passaggio da misure passive a misure attive
  • Il coinvolgimento delle parti sociali
  • Il miglioramento dell'efficacia della formazione e dell'apprendistato

SVILUPPARE L'IMPRENDITORIALITA', ATTRAVERSO:

  • Facilitazioni per l'avvio e la gestione delle imprese
  • Creazione di nuove attività che creino nuovi posti di lavoro
  • Adeguamento dei sistemi fiscali in modo da renderli più favorevoli all'occupazione

INCORAGGIARE L'ADATTABILITA' DELLE IMPRESE E DEI LORO LAVORATORI, ATTRAVERSO:

  • Una più moderna organizzazione del lavoro
  • Un sostegno all'adattabilità delle imprese (valorizzazione delle risorse umane)

RAFFORZARE LE POLITICHE IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITA', ATTRAVERSO:

  • La riduzione del divario occupazionale tra donne e uomini
  • Misure per conciliare lavoro e vita familiare
  • Misure per incoraggiare il ritorno al lavoro
  • Misure per l'inserimento delle persone disabili