L'ETA' AUGUSTEA

L'ideologia del principato

 

Alla legislazione di Augusto allude Tacito quando dice che egli assume su di sé le "prerogative delle leggi", e anche al fatto che il princeps diventa autonoma fonte di diritto: lo iurisperitus (giureconsulto) si configura come un professionista legato al principe.

Tacito ha chiara coscienza della distinzione fra la sostanza "forte" del potere di Augusto (l'imperium) e la forma "debole", eufemistica (nomen principis), e del fatto che la seconda serve a legittimare la prima. La questione del rapporto fra potere de iure e potere de facto fu talmente sentita che lo stesso Augusto dovette affrontarla nelle sue Res gestae.

La tesi ufficiale è dunque che la prerogativa del princeps consista soltanto nella auctoritas (autorevolezza morale, connessa al nome Augustus) e non in una maggiore potestas (o ius: potere legittimo di ciascuna magistratura): che anzi, ricoprendo le varie magistrature, Augusto avrebbe goduto di volta in volta di una potestas pari a quella dei suoi colleghi. È esattamente l'impostazione che Tacito si propone di ribaltare: la concentrazione in una sola persona delle "prerogative del senato, delle magistrature e delle leggi", ancorché effettuata con una parvenza di legalità, è di per sé la prova dell' imperium monarchico e della fine della collegialità repubblicana.