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CONSIDERAZIONI SULLA BIODIVERSITA' VEGETALE DI ROMA
Nonostante le profonde modifiche apportate dall'azione plurimillenaria dell'uomo sul territorio di Roma, gli studi effettuati hanno rivelato la presenza di un popolamento vegetale spontaneo molto ricco. Il carattere più evidente emerso dal censimento effettuato per la realizzazione dell'Atlante della Flora di Roma (1995), è dato dal fatto che l'abbondanza della flora, costituita quasi da 1300 specie di piante indigene, occasionali e naturalizzate, si sia sviluppata spontaneamente senza l'intervento dell'uomo. Questo è dovuto essenzialmente alla diversità d'ambienti all'interno della città: i piu' ricchi di specie sono i parchi di Villa Ada, Villa Doria Pamphili, Villa Borghese, il Parco del Pineto, l'area archeologica del Palatino, le sponde del Tevere, Monte Mario, i monti della Farnesina, l'Aventino e Villa Glori. Dal quadro delle distribuzioni della ricchezza floristica si può notare che Roma e' divisa principalmente in due aree ben distinte, che sono: la parte nordoccidentale e quella sudorientale, infatti, nella prima ci sono le formazioni legnose e lembi residui di boschi di cerro e sughero, mentre nell'altra dominano i pascoli e gli incolti, formazioni erbacee caratterizzate da specie eliofile e termofile resistenti all'aridità. La ricchezza della flora di Roma non si esprime solo con il gran numero di piante spontanee presenti, infatti, l'elevata qualità della flora emerge dalla presenza di un gruppo consistente di elementi della vegetazione naturale prevalentemente nei boschi, nelle macchie, negli ambienti umidi e ruderali; la sopravvivenza di queste specie nell'area romana e' sorprendente. All'interno di Roma ci sono anche specie di piante in declino, che sono legate ad un particolare ambiente e scompaiono in seguito all'eliminazione diretta o alla modificazione dei loro habitat; tra le specie in pericolo prevalgono quelle che si trovano in ambienti umidi ed oligotrofi. Detto ciò piu' che la conservazione di singole specie, si fa pressante l'esigenza del mantenimento di interi habitat che stanno scomparendo e la protezione di aree attualmente abbandonate al degrado sociale. In modo particolare i boschi residui e le rive del Tevere sono oggi minacciati dalla cementificazione e dall'inquinamento. In generale le modificazioni cui la flora va incontro, si possono riassumere con la diminuzione del numero di specie spontanee e di generi, e la contemporanea sostituzione degli elementi della vegetazione, che non rispecchiano i caratteri della regione geografica. Nel complesso l'Atlante della flora di Roma ha messo in evidenza il grande potenziale biotico della città, ed e' necessario che le strategie di conservazione della natura diventino parte integrante della pianificazione delle aree metropolitane. |