CENTRALE DEL LATTE

Nell'area compresa tra via Giolitti, via Pepe e via Turati attualmente sorge la parte residua, monca e fatiscente, della ex Centrale del Latte di Roma. L'edificio sorse nel 1929 sulla piazza Pepe, rimasta libera dall'edificazione del quartiere umbertino, su cui affacciava il Teatro Jovinelli, tempio dell'avanspettacolo romano, anch'esso oggi in stato di riprovevole abbandono.
La Centrale del Latte, progettata dall'arch. I. Costantini, si sviluppò gradualmente intorno al nucleo oggi visibile, fino ad occupare tutta l'area dell'ex piazza Pepe. La sua architettura, tipica del periodo fascista, è caratterizzata dalle facciate in laterizio e travertino e dalle arcate che inquadrano le finestre. La presenza di queste arcate crea un elemento di continuità con gli antichi archi adiacenti alla Centrale. Questi ruderi sono gli ultimi resti del ramo dell'Acquedotto Giulio che terminava ai Trofei di Mario e che con le altre architetture d'acqua dell'Esquilino meriterebbero ben altra valorizzazione.
Con lo sviluppo delle esigenze produttive, sia lattiere che casearie, e con le difficoltà di una struttura ormai soffocata in pieno centro storico, la Centrale del Latte all'inizio degli anni '80 si è trasferita nei pressi del G.R.A. tra Tiburtina e Nomentana.
Da allora l'edificio ha conosciuto un lungo periodo di abbandono, mentre si elaboravano numerosi e sterili progetti di riuso. Ultimamente il progetto di trasferimento in questa zona del mercato di piazza Vittorio, che riguarda anche le attigue costruzioni delle Caserme Sani e Pepe, sembra avere preso piede. Il primo passo è stata la demolizione di gran parte dell'edificio della ex Centrale, per far posto ad un parcheggio.


Indietro