Gli antichi Astronomi

Dal punto di vista astronomico a riguardo del moto dei sole e dei pianeti gli antichi astronomi rilevarono la ciclicita' dei fenomeni in cielo, cercando una spiegazione dell' alternarsi del giorno con la notte, e delle stagioni ed il presentarsi ritmico delle fasi lunari nell' arco di circa un mese (29 giorni).

Gli studi astronomici oltre la osservazione diretta del moto degli astri, furono coadiuvati da un semplice strumento lo "gnomone", un bastone alto quanto uno gnomo, che proietta la sua ombra a terra piu' o meno lunga a seconda della posizione del sole.

Per mezzo di questo strumento si accorsero della ciclicita' con cui il sole sorge e tramonta all' orizzone determinando durante l' anno una illuminazione piu' o meno lunga dei giorno rispetto alla notte sulla base della differente altezza che il sole sembra raggiungere al meggigiorno (guarda la figura) ; stabilirono quindi sulla base di tale ciclicita' un calendario, nel quale venivano indicati come situazioni ricorrenti annualmente il solstizio di inverno (giorno piu' corto), ed il solstizio di estate (giorno piu' lungo) ed a meta' del ciclo di proiezione dell' ombra solare, gli equinozi di primavera e di autunno nei quali la lunghezza del giorno equivale a quella della notte.

La osservazione degli astri faceva apparire che le stelle ( considerate fisse perche' non variano le loro posizioni reciproche) si muovessero sempre da est verso ovest, cosi che la volta celeste sembrava ruotare attorno alla terra ad una velocita' minore rispetto all' arco giornaliero percorso dal sole , e le costellazioni, che apparivano disegnare in cielo le raffigurazioni dello zodiaco, slittavano sera su sera all' indietro per poi ritrovarsi allo stesso punto dopo un ciclo astrale.

Queste ossevazioni sulla ciclicita' dei fenomeni celesti fecero ritenere che la terra fosse al centro dell' Universo, e che il sole si muovesse attorno alla terra cosi' come il cielo ed i Pianeti.
Pianeta etimologicamente dal Greco significa "errante", infatti Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, cambiano le loro posizioni reciproche. Tali astri tornano al loro posto iniziale nel cielo dopo un periodo che varia da un pianeta all' altro. Talvolta durante l' anno i pianeti invece di scorrere uniformemente da Est ad Ovest, come le stelle ed il sole, compiano delle retrogradazioni a cappio nel cielo stellato. (guarda la figura)

La questione del "pianeti erranti" ha dato filo da torcere agli astronomi per vari secoli perche' l' idea del cielo come perfezione divina e quindi del cerchio come unica rappresentazione geometrica possibile del moto degli astri, non fu facile da sostituire.

Bisogna sempre ricordare nella storia della cultura e della scienza, che l' uomo non percepisce la realta' quale e' ma solo una elaborazione della informazione sensoriale che deve essere significata e capita. Pertanto, al fine di mantenere l' idea della perfezione rappresentata dal moto circolare degli astri vari astronomi cercarono di ricorrere agli "epicicli" , ritennendo che il moto a cappio dei pianeti erranti fosse interpretabile come intersezione di due cerchi sovrapposti percorsi alternativamente dagli astri lucenti nel cielo stellato.