IL QUESTIONARIO

 

Il questionario è stato proposto, prima della ricerca sia per saggiare le conoscenze degli alunni sul problema della radioattività, sia per rilevare preconcetti e luoghi comuni attorno alle diverse discipline scientifiche.

Il nostro campione era disomogeneo, poiché si rivolgeva ad una seconda classe del corso diurno e alla seconda e terza classe del corso serale. E’ emersa una sostanziale differenza tra adolescenti ed adulti nel modo di affrontare le risposte : gli adolescenti danno comunque tutte le risposte alle domande proposte, mentre l’adulto se non conosce non risponde. E’ per questo motivo che le percentuali si riferiscono alla totalità delle risposte e non del campione di alunni. Vale la pena inoltre segnalare che alcune domande prevedevano risposte multiple e quindi ciascun alunno poteva dare più risposte.

Molto diverse, in rapporto ai due corsi diurno e serale, risultano le risposte riguardo la collocazione storica della scoperta della radioattività e le conoscenze dei protagonisti della ricerca su tale argomento ( il 70% del campione del diurno identifica il 1945 con l’anno della scoperta della radioattività e il 56% Einstein come protagonista principale della ricerca , mentre il 52 % del serale identifica correttamente il 1898 e il 54 % Curie).

Trattandosi di classi seconde e terze, gli alunni, come è stato confermato, conoscevano già la struttura atomica e la composizione del nucleo. Tuttavia, benché la quasi totalità del campione sappia che la radioattività è dovuta a trasformazioni che avvengono nel nucleo, le conoscenze sui diversi tipi di radiazioni e sul loro impiego sono vaghe e confuse : l’80% dei ragazzi conosce lo sfruttamento delle reazioni nucleari solo a fini energetici e le radiazioni più conosciute , dal 70% del campione, sono le gamma.

Che la radioattività sia ovunque è risaputo solo dalla metà dei ragazzi ma è interessante notare che un 10 % la colloca anche nei vegetali. Pensiamo che questo sia dovuto principalmente al fatto che la maggioranza degli alunni associa la radioattività all’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl. Le conseguenze sull’ambiente e sull’uomo hanno lasciato profonda traccia sul campione : il 93% ricorda l’evento , mentre solo il 76 % ricorda le bombe di Hiroshima e Nagasaki.

Circa due terzi degli alunni hanno sentito parlare di gas Radon, a conferma dell’attenzione dell’opinione pubblica riguardo questo problema. Molto più confuse o addirittura sconosciute appaiono le informazioni circa l’origine e le vie di propagazione negli ambienti chiusi del gas. In pochi ( il 37%) conoscono la geologia del territorio dove sorge la loro abitazione, ma emerge evidente il desiderio di vivere in ambienti salubri: tutti desiderano conoscere la concentrazione di radon nelle proprie abitazioni ; l’83% prenderebbe provvedimenti su consiglio di esperti, se tali concentrazioni risultassero elevate.

E’ interessante riflettere ancora sulla valutazione della chimica quale disciplina maggiormente responsabile del degrado ambientale e del peggioramento della qualità della vita. Pochi concepiscono la chimica come ricerca in senso ampio. Per la maggior parte degli studenti esiste il collegamento tra il composto di sintesi , cioè non naturale, e il danno per l’ uomo o l’ambiente. Tutti identificano la medicina e le innovazioni tecnologiche quali responsabili del miglioramento della qualità della vita.

Si può quindi vedere come il questionario abbia messo in luce da una parte i bisogni conoscitivi riguardo l’argomento specifico , e dall’ altra la necessità di affrontare e di individuare le strette relazioni esistenti tra le discipline scientifiche e le scienze sperimentali, intese in senso ampio.

 

ELABORAZIONE DATI A CURA DEI PROF. BOSCO PAOLA E CIOLA GIUSEPPE