COME IL GAS RADON PENETRA NEGLI EDIFICI

 

 

INTRODUZIONE

Grazie agli studi effettuati nel corso di questi ultimi due decenni, oggi è noto che il gas radon entra negli edifici assieme all’aria presente nell’ambiente circostante. All’esterno il radon non crea problemi rilevanti, in quanto si trova diluito nell’aria in piccole concentrazioni che si riducono gradualmente mentre ci si allontana dalla fonte di emissione. Al contrario, questo gas può causare danni alla salute dell’uomo quando è presente all’interno delle abitazioni, soprattutto in ambienti poco aerati, dove si può accumulare fino a raggiungere concentrazioni ritenute pericolose.

Il radon viene rilasciato principalmente da determinati tipi di suolo, in particolare da quelli costituiti in prevalenza da rocce vulcaniche.

 

LE PRINCIPALI VIE D’INGRESSO DEL RADON NEGLI EDIFICI

La differenza di temperatura presente tra ambiente esterno e l’interno di un edificio, fa si che si instauri una piccola differenza di pressione atmosferica che attira l’aria e così il radon penetra nel suo interno, similmente a quanto avviene nel fenomeno di tiraggio delle canne fumarie (effetto camino).Anche la differenza del movimento dell’aria tra esterno e interno favorisce l’ingresso del gas (effetto vento).

Le più importanti vie attraverso le quali il gas può accedere alle abitazioni riguardano la struttura costruttiva dell’ edificio e possono essere costituite da:

 

Il radon può passare attraverso qualsiasi apertura, anche se di piccole dimensioni, del pavimento o delle pareti ad esso solidali. Le aperture attorno alle condutture idrauliche possono veicolare il gas dal pianterreno ai piani superiori, ma i maggiori responsabili di questo fenomeno restano i punti di congiunzione tra muri e piani.

E’ stato inoltre provato che un’altra fonte importante di emissione di radon attraverso la quale esso può entrare nelle abitazioni è costituita dall’acqua potabile proveniente dal sottosuolo o da sorgenti, nella quale esso si trova naturalmente disciolto.

Alcuni ricercatori, tra i quali lo Nazaroff nel 1987, hanno evidenziato, basandosi anche sulle scoperte di altri scienziati, i vari aspetti della presenza del radon nell’acqua per uso domestico, contribuendo ad approfondire le conoscenze relative a questo fenomeno.

Negli anni ’50, in America, furono misurati per la prima volta elevati livelli di radon nell’acqua di alcuni pozzi situati nello stato del Maine. La prima preoccupazione riguardò il tempo di permanenza nell’organismo dell’acqua inquinata dal gas, in seguito ci si rese conto che gli effetti del gas, una volta dissociato dal liquido, potevano essere molto dannosi.

Verso il 1988 la National Academy of Science, citando il lavoro di altri ricercatori, ha suggerito che il rischio di danni ai polmoni provocato dall’inalazione di radon contenuto nell’acqua potabile è da tre a dodici volte maggiore del rischio di cancro allo stomaco, indotto dall’ingestione dello stesso radon.

Nell’acqua il radon si scioglie con una difficoltà crescente in modo proporzionale alla temperatura dell’acqua stessa. Quando questa viene riscaldata, il gas che prima veniva trattenuto alle temperature più basse, si disperde direttamente nel locale interessato che in genere è il bagno o la cucina.

E’ nuovamente Nazaroff a fornirci utili indicazioni sulle quantità di radon rilasciate da diversi utilizzatori domestici che divengono così fonti di emissione:

Un’altra fonte di emissione del gas non trascurabile, è rappresentata dai materiali con i quali è stato costruito l’edificio. La conformazione architettonica e anche la localizzazione dello stabile possono incidere sulla concentrazione del radon presente nei locali. A questo riguardo le variabili in gioco sono molteplici e comprendono il numero di piani, la tipologia costruttiva, e quella del territorio circostante (rurale, urbano o quartiere residenziale), tutte queste possono influire in modo rilevante sul fenomeno.

Infine è stato verificato che le concentrazioni medie di radon negli ambienti ai pianterreni sono più elevate nelle case monofamiliari, mentre sono ridotte negli edifici con più piani ed inoltre è stato osservato che il radon è presente al primo piano o ai piani superiori in percentuale inferiore rispetto al piano terra del medesimo edificio.

Dai risultati ottenuti dalle ricerche effettuate, è stato evidenziato che anche l’età delle costruzioni sembra incidere sensibilmente sulla concentrazione del gas, dal momento che negli edifici più vecchi (oltre i dieci anni) sono stati rilevati livelli più bassi.

 

 

ARGOMENTI TRATTATI DAL PROF. BUFFA GIORGIO, CURATI DAGLI STUDENTI FRANCESCO DALLAPE’, PAOLO CHISTE’ E ABDESSADEK RAMI DELLA CLASSE 3A serale

 

Bibliografia:

Atti del 3° Convegno Nazionale " Aria ’94 " Monteporzio Catone

Atti del Convegno " Radon tra natura e ambiente costruito " Venezia ’97

Le Scienze n.239 luglio 1988

Douglas G. Brookins "IL PROBLEMA DEL RADON NELLE ABITAZIONI" ed. C.E.L.I.