Un ricordo angoscioso

Queste rotaie terminavano in un campo di concentramento.

Alla fine dell’agosto andai a trascorrere alcuni giorni a San Benedetto del Tronto da mia sorella suor Giannina. Abitavo in una pensione, che si trovava presso la stazione, da dove potevamo veder passare i convogli militari e spesso, la mattina, mi recavo al mare. Nonostante la stagione avanzata, la spiaggia era semideserta: solo pochi villeggianti si bagnavano o passeggiavano sul bagnasciuga. C'era nell'aria una certa malinconia, ma il sole era tiepido e io avevo quasi dimenticato le tragedie che avevo visto passare sotto i miei occhi. Un giorno, verso l’ora di pranzo, mentre ritornavo alla pensione dalla spiaggia attraverso il sottopassaggio, insieme a altre signore e signorine, sentimmo alcune persone avanti a noi dire che avevano visto fermo sui binari un treno merci carico di prigionieri, sicuramente ebrei, che viaggiava verso il nord. Passando per la stazione riuscimmo a raggiungere il binario morto su cui sostavano almeno tre vagoni: tutti avevano in alto delle piccole finestre chiuse da sbarre di legno inchiodate e distanti tra loro non pił di dieci o quindici centimetri. Da quelle fessure sporgevano, immobili, mani maschili e femminili. Nessuna voce dall’interno rompeva il silenzio.