"Con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie, e generalmente ogni et qualunque altro errore, heresia e setta contraria alla Santa Chiesa; e giuro che per lavvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali e per le quali si possa haver di me simil sospitione; ma se conoscerò alcun heretico e che sia sospetto dheresia, lo denontierò a questo S. Offizio ovvero allInquisitore o Ordinario del luogo dove mi trovarò. Giuro anco e prometto dadempire et osservare intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo S. Offizio imposte; e contravvenendo ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono da sacri canoni et altre costitutioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e prolungate. Cosi Dio mi aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie mani". Galileo fu dapprima trasferito a Siena, sotto la custodia dellamico ed arcivescovo Piccolomini in una sorta di carcere in vescovado. Pochi mesi più tardi gli si permise di vivere nella casa di Arcetri agli arresti domiciliari dove morì l8 gennaio 1642. |