Non c'era Uguaglianza: donne bambini e meteci nell'antica Grecia

 

Nell'antica Grecia non c'era uguaglianza tra uomini e donne, bambini e meteci. Questi ultimi, infatti, non avevano diritti di nessun tipo.

 

Sparta

 

A Sparta i bambini ricevevano un'educazione molto severa sin dalla nascita, erano arruolati nell'esercito all'età di sette anni e venivano inseriti in un ambiente collettivo, dove non esisteva considerazione e rispetto per l'individuo. L'obbedienza verso i più anziani era obbligata, come si può notare dai testi di Tirteo (poeta del V sec), e l'istruzione alla letteratura ed alla scrittura era considerata superficiale.

Le donne non avevano alcun diritto politico, ma avevano la possibilità di partecipare a feste di carattere religioso ed a gare sportive, allo scopo di creare una prole più forte. Questi "privilegi" verso le donne vennero adottati nel periodo in cui Licurgo (re spartano del V sec.) salì al potere.

Gli stranieri a Sparta erano chiamati Iloti o Messeni. Questi non avevano diritti ed erano ridotti sotto una forma di schiavitù, che li costringeva a lavorare la terra degli spartiati senza trarne benefici.

 

Atene

 

Ad Atene i fanciulli venivano esposti spesso, soprattutto se femmine in modo da non disperdere in più parti il patrimonio famigliare.

La condizione femminile, se paragonata ai giorni nostri, era da considerarsi pessima. Le donne fin da bambine erano segregate nei tiasi dove venivano loro insegnate le arti dell'amore e del canto. Trascorso questo periodo, dopo il matrimonio vivevano rinchiuse nel gineceo, insieme alle schiave, che tuttavia avevano la possibilità di uscire, mentre le mogli avevano la sola funzione di procreare. Faceva eccezione la condizione delle etere e delle porne, rispettivamente prostitute istruite e da strada.

I Meteci (coloro che vivono vicino = stranieri) non avevano la possibilità di partecipare all'assemblea e non possedeva no terre, nonostante ciò, erano valenti commercianti.

Nel V secolo A.C. il diritto politico e civile era un privilegio riservato agli uomini delle classi più benestanti. Oggi è possibile parlare di tutto questo utilizzando la parola "discriminazione", vale a dire ogni forma di esclusione, distinzione o limitazione basata su caratteri quali il sesso, la razza, la condizione sociale ed economica e l'età.

 

 

Confronto

 

Osservando la costituzione italiana si può notare come la situazione sia molto cambiata. Infatti oggi le donne, i bambini e gli stranieri vengono tutelati da numerose leggi, e tutti hanno diritti politici e civili.

Alcuni articoli tutelano il fanciullo nel lavoro (ART. 37), il codice civile, poi, autorizza il giudice a pronunziare la decadenza della potestà quando il genitore viola o trascura i doveri inerenti ad essa (ART. 330).

Nel codice penale (art. 591, 572, 570, 571) i bambini vengono tutelati contro ogni tipo violenza o abbandono.

Nei confronti nelle donne la situazione è cambiata radicalmente: oggi è considerata di diritto pari all'uomo per diritti politici e civili.(art. 37 della costituzione italiana).

Ora, di fatto resta ancora molto da fare, soprattutto in alcune realtà del terzo mondo

 

 

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