Democrazia: la parola democrazia deriva dal greco demos = popolo e Cratos = potere e sta ad indicare una forma di governo ove vige la sovranità del popolo che esercita il suo potere con il diritto di voto(1).

Secondo Dahrendorf (2) si ha democrazia quando in una comunità è possibile tener conto di mutamenti e dare ascolto ad opinioni di uomini, provenienti da flussi esterni da essa, senza rivoluzioni o spargimenti di sangue.

Secondo Bobbio (3) la democrazia è fondata su valori universale quali la libertà, la giustizia, il rispetto reciproco, la tolleranza e in primo luogo la non violenza.

Inoltre tende a globalizzare tutti, anche se con differenti opinioni.

Nella Grecia antica era in vigore un tipo di democrazia che oggi è chiamata "diretta": infatti a quel tempo il termine era inteso come partecipazione diretta alla vita politica.

Questo tipo di partecipazione portava molti svantaggi: la confusione prevaleva sull’ordine, la era data anche a coloro che conoscevano poco la politica e in più l’uomo era diventato più politico che "oeconomicus" (Giovanni Sartori, 4) avendo poco tempo per il lavoro e l’economia del paese.

L’unico vantaggio stava invece nella libertà di opinione allargata a tutti.

Da questa partecipazione obbligata erano esclusi bambini, donne e meteci *.

Oggi invece nei paesi del globo la democrazia è prevalentemente "rappresentativa": il popolo elegge dei suoi rappresentanti tramite i quali esprime la propria opinione.

A questo proposito Giovanni Sartori (5) è dell’avviso che la democrazia esistente al giorno d’oggi, quindi quella che si basa su di un sistema "indiretto" di partecipazione alla vita politica, offre sicuramente più vantaggi rispetto a quella greca, poiché è al riparo da forme estreme di radicalizzazione dovute all’eccesso di partecipazione.

Nonostante oggi la partecipazione diretta sia sovrastata dalla rappresentatività, lascia ancora l’unico suo residuo: il referendum.

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