TAHITI SOMMERSA
Vi fu una volta in cui Ta'aroa mostrò la sua collera ed il suo sdegno con piogge torrenziali, con turbini d' acqua emergenti dal mare, con venti impetuosi che tutto travolsero e sommersero, senza lasciare a Tahiti la speranza di un domani.
Una sola coppia, all' avvicinarsi dello sconvolgimento, riuscì a
rifugiarsi, su consiglio della donna, sulla vetta della conica montagna
Pito-Hiti, insieme con i pulcini, i porcellini, i cani e i pochi panni
messi in salvo.
Da lassù i giorni sembrarono infiniti, essi tremarono
di fronte alle acque che, dopo aver tutto livellato, sembrava che non volessero
risparmiare neppure quell' ancoraggio.
Poi, l'ira di Ta'aroa cominciò a placarsi e, con essa, la furia delle
acque che cominciarono lentamente a calare. Quando i due unici scampati
scesero dal monte, la morte di tutti gli uomini e la desolazione disperata
delle cose facevano sembrare innaturale ed assurda la loro stessa
sopravvivenza.
Quasi a conferma dei loro terrori, cominciarono a ricadere sulla terra
gli alberi e le pietre che i violenti vortici di vento avevano in precedenza
trasportato e mantenuto in alto durante il diluvio.
Allora, il marito si affrettò a scavare un antro che offrisse riparo
e là, rintanati e di nuovo tremanti, stettero, prigionieri del nuovo
disastro. Dopo qualche giorno, anche la micidiale caduta di massi e tronchi
finì e il cielo ritornò azzurro come una festa. Ora la furia
devastante di Ta'aroa sembrava veramente sedata.
Marito e moglie sedettero su una roccia, circondata dal silenzio della morte,
con l'animo colmo di una desolazione nota soltanto alla prima coppia umana.
Ma, all'indomani, la donna partorì due gemelli, così fu il
giorno successivo e per ciascun giorno ancora. Ad ogni sorgere del sole,
due creature si aggiungevano a quelle già procreate, infittendo la
pianura, le colline, le spiagge.
I nuovi nati crescevano di ora in ora, si sposavano tra loro e, presto, divennero
tanti da ripopolare tutta Tahiti.