FENOMENI IGNEI


Con il termine fenomeni ignei si fa riferimento a tutta una serie di manifestazioni, alcune molto evidenti, legate al calore interno della Terra.

Le eruzioni vulcaniche sono l'espressione imponente di un costante lavoro di rimaneggiamento che avviene nel mantello; esso riceve il calore direttamente dal nucleo terrestre e tenderebbe a trasferirlo alla crosta che è a sua volta ricca di materiali radioattivi, fonte anch'essi di calore. Questo trasferimento trova nella crosta leggera e più o meno sottile un ostacolo. Dai rapporti reciproci tra crosta e mantello prendono origine i fenomeni ignei. La crosta oceanica, più sottile rispetto a quella continentale, sarà più facilmente lacerata e più vistosi saranno i fenomeni sul fondo degli oceani.

Nella maggioranza dei casi, l'attività connessa alla crosta oceanica, pur essendo molto imponente, si manifesta raramente. Anche i gas e i vapori, che sempre accompagnano questo tipo di fenomeni, vanno in soluzione nell'acqua e non riescono a liberarsi perché è sufficiente una colonna d'acqua di qualche decina di metri per impedire loro di giungere alla superficie del mare.

Tutti i materiali interessati a questi fenomeni sono contraddistinti da una certa temperatura. Nel caso in cui i materiali riescano a giungere alla superficie terrestre l'uomo può misurarne direttamente il livello termico mediante uno strumento detto pirometro.

La temperatura misurata sarà quella relativa al momento della fuoriuscita, ed è in genere inferiore a quella effettiva dei materiali all'interno della superficie terrestre.

Da un punto di vista chimico, in relazione al contenuto di biossido di silicio, i materiali ignei possono essere così classificati:

- a chimismo basico, se il contenuto in silice è inferiore al 52%

- a chimismo intermedio, se il contenuto in silice varia dal 52 al 65%

- a chimismo acido, se il contenuto in silice è molto alto, superiore al 65%.

Le temperature sono costantemente elevate (1000-1200 °C) per i tipi basici e mediamente inferiori (700-900°C) per quelli acidi. Questo parametro associato alla viscosità, che è massima per i magmi acidi e minima per quelli basici, determina le condizioni perché si abbiano, nei due casi, materiali caldi che scorrono facilmente senza ostruire i condotti, e materiali lenti e viscosi che, scorrendo a fatica, si fermano a più riprese determinando il presupposto per il ristagno, seguito da violente esplosioni.

Il tipo basico più fluido, esce molto facilmente dalla crosta, perde la sua componente gassosa, è di colore piuttosto scuro per la presenza di composti di ferro e magnesio, è di composizione simile a quella della parte superiore del mantello e risulta regolarmente associato ai fenomeni che avvengono sui fondi oceanici, dà inoltre origine molto spesso a formazioni magmatiche effusive. Al contrario il tipo acido, si presenta molto viscoso, tende ad ostruire i condotti dai quali fuoriesce, è caratterizzato dalla presenza di gas e vapori che si liberano a fatica e soldifica spesso ancora all'interno della crosta dando origine a formazioni magmatiche intrusive o plutoni.



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