IL VULCANESIMO NEL MEDITERRANEO


Il bacino del Mediterraneo è una zona di collisione tra due grandi zolle, quella eurasiatica e quella africana: la zolla africana si muove verso quella eurasiatica, comprimendo tutto il territorio del Mediterraneo e fratturando la crosta in una serie di zolle più piccole. Pur se dal punto di vista geologico la situazione è molto complessa, per quanto riguarda l'attività vulcanica, invece, si possono identificare due grandi regioni: quella egea e quella italiana.

Distribuzione dei vulcani nella penisola italiana

La regione dell'Egeo, caratterizzata oggi da un'attività vulcanica ridotta, è stata in passato teatro di violente eruzioni, tra le quali ricordiamo quella che distrusse quasi completamente l'isola di Santorino, intorno al 1400 a.C., producendo una grande caldera. Tale data corrisponde anche all'improvvisa scomparsa della civiltà minoica nell'isola di Creta: poich&eacuto nei pozzi dei palazzi cretesi sono state ritrovate pomici, segno di un'eruzione, gli studiosi hanno ipotizzato una relazione tra i due fatti.

La regione italiana è caratterizzata da un'attività vulcanica tuttora in atto, nella quale si possono distinguere tre diversi tipi di vulcanismo.

Il vulcanismo esplosivo delle isole Eolie comprende due vulcani, Stromboli e Vulcano, con atività differenti. L'attività di Stromboli è continua, con deboli esplosioni intermittenti a volte seguite da emissioni laviche. L'attività di Vulcano si sviluppa invece in due fasi: nella prima fase, per la viscosità della lava, si forma nel suo cratere una cupola di ristagno, mentre nella seconda, la cupola, a causa della pressione dei gas sottostanti, esplode e si frantuma, liberando il cratere per la successiva fuoriuscita di lava.

Il vulcanismo effusivo della Sicilia orientale (basaltico) è rappresentato specialmente dall'Etna, il più alto vulcano attivo d'Europa.

Al vulcanismo esplosivo della costa tirrenica meridionale si possono associare i Campi Flegrei, Ischia e, soprattutto, il Vesuvio. Proprio al vulcanismo dei Campi Flegrei risalgono le tipiche rocce della Campania; 35000 anni fa, infatti, in seguito a eruzioni si sono accumulati piroclasti che hanno dato origine al tufo grigio detto ignimbrite campana, mentre successive eruzioni hanno originato il tufo giallo che costituisce il basamento roccioso della città di Napoli. A Ischia il vulcanismo ha prodotto il tufo verde.

Devono inoltre essere ricordati i vulcani estinti del Lazio, caratterizzati da un'attività esplosiva in tempi abbastanza recenti (tra 430.000 e 90.000 anni fa) e oggi completamente spenti. La loro attività esplosiva ha prodotto aree di sprofondamento, nelle quali si sono formati laghi di forma tipicamente rotonda, quali i laghi di Bolsena, Vico, Bracciano, Albano e Nemi.



Vai alla pagina precedente Torna al sommario Vai alla pagina successiva