Dai buchi neri alle prime cellule.
Itinerari di Astronomia

 
 
PRIMA DELL’INIZIO.
di Sebastiano Vecchi VAs
 
L’essere dal non-essere
L’Universo di Hawking
 
COME HA AVUTO ORIGINE L'UNIVERSO?
 
A questa domanda si puo cercare di rispondere con miti fantasiosi oppure invocando 1’intervento di Dio creatore o sostenere che 1’Universo è esistito da sempre. Queste risposte tuttavia non soddisfano gli scienziati che si ostinano a voler capire in che modo 1’Universo possa avere avuto un inizio ricorrendo a leggi della Natura e a teorie scientifiche.
L’essere dal non-essere
 
 
La teoria del Big Bang e quella dell’Universo inflazionario ci permettono di ricostruire 1’evoluzione dell’Universo a partire da 10  secondi dopo 1’inizio. Nel fare questo è necessario estrapolare le nostre conoscenze fisiche a condizioni, quali gli stati di altissima densità e temperatura della materia, che non sono direnamente sperimentabili in laboratorio, e assumere che le leggi fisiche che verifichiamo "qua ed ora" siano state valide anche all’inizio. Questo è 1’unico modo che abbiamo per procedere, sperando che in futuri esperimenti trovino conferma le teorie attuali della fisica delle alte energie, quali la Grande Teoria Unificata, e ritenendo che Dio non sia talmente burlone da cambiare le carte del gioco ad ogni momento. Ma possiamo andare ancora piu indietro nel tempo e chiederci come sia avvenuta la genesi dell’Universo, o addirittura cosa c’era prima del Big Bang. Domande per le quali non è facile trovare risposte soddisfacenti, anche per i paradossi che implicano: ha senso parlare di un "prima" quando "prima" il tempo stesso non esisteva? I nostri dubbi sono ben riassunti dai due astrofisici cinesi Fang Li Zhi e Li Shu Yan: "In primo luogo, non possiamo cercare la causa della prima mossa, o inizio dell’Universo, poiché tale concetto implica che prima della prima mossa non esisteva nulla. In secondo luogo, non possiamo cercare la causa della prima mossa, o inizio dell’Universo, fuori dall’Universo, poiché il concetto di Universo implica che nulla esista al di fuori di esso. In terzo luogo, non possiamo andare a cercare la causa neppure dentro 1’Universo, poiché il concetto di prima mossa, o inizio dell’Universo, implica che tutto ciò che è dentro 1’Universo ne è il risultato, e non puo esserne la causa… Se ne può concludere soltanto che: nulla iniziò la prima mossa... A prima vista siamo in un vicolo cieco! Ma 1’uscita dall’inferno sta precisamente in questo vicolo cieco. Il cosiddeno nulla significa ’non-essere", e perciò la nostra ultima proposizione può essere definita equivalente a: il non-essere può dare inizio alla prima mossa, cioè all’inizio dell’Universo."
 
L’Universo di Hawking
 
Negli anni ’70 Stephen Hawking e Roger Penrose dimostrarono come la relatività generale implichi che un Universo in espansione  come lo è il nostro abbia avuto inizio da una singolarità, cioe da un punto di densità e curvatura dello spazio-tempo infinite, in cui tutte le leggi note della fisica verrebbero meno. In realtà si ritiene che in quelle condizioni estreme la teoria di Einstein non fornisca una buona descrizione dell’Universo, ed è necessario ricorrere a una teoria che combini la meccanica quantistica con 1a gravità. Sebbene tale teoria non sia ancora stata formulara nella sua completezza, Stephen Hawking ha azzardato una proposta di grande interesse. Essa si basa sulla formulazione della meccanica quantistica proposta da R. Feynman in termini di "somma delle storie" applicata all’intero Universo. Semplificando, 1’idea di Feynman è che una particella, per andare da un punto A a un punro B, possa in linea di principio percorrere tutti i cammini possibili o "storie" nello spazio-tempo che uniscono i due punti. Ciascuna storia ha associata una probabilità ben definita; "sommando" in un certo modo opportuno tutte le storie, si ottiene la "vera" traiettoria percorsa dalla particella. La proposta di Hawking è di applicare la somma delle storie alla concezione einsteiniana della gravità: al posto della storia di una particella, abbiamo ora uno spazio-tempo curvo che rappresenta la storia dell’intero Universo. Per fare questo è pero necessario fare la somma per storie che non si trovano nel tempo "reale’ (che noi ben conosciamo) ma in un tempo "immaginario": cioè, è necessario misurare il tempo usando numeri immaginari piuttosto che numeri reali (i matematici conoscono bene i numeri immaginari: essi hanno la proprietà che il prodotto del1’unità immaginaria i per se stessa è uguale a -1: i x i = –1). Tutto questo ha delle implicazioni straordinarie. La prima è che la distinzione tra spazio e tempo scompare completamente. La seconda è che si possono allora considerare spazi-tempi che siano finiti e illimitati, senza singolarità che ne formino il confine. Lo spazio-tempo sarebbe 1’analogo in quattro dimensioni della superficie di una sfera, che è finita ma illimitata nel senso che ci si può camminare sopra all’infinito senza trovare mai un punto di confine, dove la superficie finisca. Usando parole di Hawking; "La condizione al contorno dell’Universo è che esso non ha contorno (o confine). L’Universo sarebbe quindi completamente autonomo e non risentirebbe di alcuna influenza dall’esterno. Di esso si potrebbe dire solo che è..."
 
 Bibliografia:
-Stephen Hawking
Dal big bang ai buchi neri
-Stephen Hawking
Inizio del tempo e fine della fisica. Oscar Mondadori,
Milano 1997
 


Last Updated: Marzo-13-1998
Web Author: Michele Sacchetti
Web Assistent : Giovanni Vaccari
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