"NAVIGANDO"......PER LO STAGNONE

 

Quando vedi il cielo tingersi di forti colori che, specie al tramonto, stordiscono col vigore del rosso;

quando vedi e senti il vento, che porta caldi effluvi d'Africa, sagomare a suo piacimento dorate arenarie;

quando a sfidare scirocco, arsura e salsedine, dominano incontrastati grandi cespi d'euphorbie, argentei oleastri e lentischi: li' è lo STAGNONE.

 

Per raggiungere questo eccezionale ambiente salmastro, uno degli ultimi rimasti in Sicilia, basta immettersi da Trapani sulla strada litoranea che conduce a Marsala ed a 8 km dalla città, deviando sulla destra ci si ritrova immersi in un paesaggio grandioso.

 Lo STAGNONE dice per mille segni i movimenti alternantesi della terra e del mare, come se terra e mare respirassero insieme.

E' una storia che dura da milioni di anni…

Questa grandiosa vicenda di alzarsi ed abbassarsi delle acque è tutta scritta nelle rocce e nei fossili del marsalese: ogni volta che il mare si abbasso', strati di sedimenti marini andarono a formare le rocce tufacee di Marsala, coi loro eccezionali depositi di fossili.

Nel 5000 a.C., dopo un ulteriore scioglimento dei ghiacci, andava delineandosi l'attuale configurazione dello Stagnone, sia pure con l'Isola Lunga ancora ........ penisola .

Il mare, negli ultimi 4000 anni, non ha cessato di salire.

La strada fenicia tra Mothia e Birgi mostra con evidenza che negli ultimi 2500 anni la terra è stata sommersa e si è abbassata per almeno un metro.

  Lo Stagnone è un pezzo di mare racchiuso tra la terra ferma e l'Isola Lunga, ampio circa 2400 ettari, si estende tra lo sperone roccioso di Punta San Teodoro e Capo Lilibeo ed e' in comunicazione con il mare aperto attraverso le bocche di Tramontana e di Ponente.

Da queste due aperture il mare entra con difficoltà' a causa dei bassi fondali.

E' apparentemente una laguna ma non ha le caratteristiche proprie della laguna, non sa né di acqua fradicia, né di acqua dolce, né marcia.

Complessivamente lo Stagnone è lungo Km 11 e largo Km 3 e può dirsi formato da due bacini:

il meridionale, di circa 1000 ettari, verso Marsala, il cui fondale si mantiene intorno ad una profondità di m 3 e il settentrionale, vasto 1400 ettari con fondo basso, 50 cm circa, che comprende le tre isolette di MOZIA, S.MARIA e LA SCOLA.

Nel bacino settentrionale la temperatura e la salinità sono molto elevate e pertanto sia la costa siciliana sia quella dell'ISOLA LUNGA offrono il tipico paesaggio delle SALINE.

Tranne il piccolo scoglio LA SCHOLA, quasi completamente spoglio, sede forse di una scuola di retorica nel periodo romano, questi lembi di terra presentano una rigogliosa vegetazione con preziose associazioni di specie mediterranea.

E' possibile perciò' ammirarvi boschetti di Pino d'aleppo, esemplari di Cisti, Asparago pungente, Palma nana, Lentisco, Fungo di Malta e Mandragora , e una serie di piante che, specie in primavera, esplodono in tutta la loro bellezza: Giglio marittimo, la Fumara, , la Romulea, la Ferula, e tra le rarità' il Gladiolo comune o bizantino, presente solamente nell'isola Grande, e la Calendula Marittima.

 Nelle saline in disuso vegetano alcune Salicornie e numerosi Giunchi oltre a Suaeda, Limonastrio, Alimo; tutte specie capaci di resistere alle elevate concentrazioni saline.

 

La RISERVA dello STAGNONE, superbo giardino mediterraneo, ospita una fauna di particolare interesse ornitologico sia stanziale che di passa, essendo le isole dello Stagnone situate su una delle rotte migratorie più importanti del bacino del Mediterraneo.

Tra le specie nidificanti la CALANDRA, il VERZELLINO, il CARDELLINO, la GAZZA, la CAPPELLACCIA.

Importanti presenze migratorie sono, invece, costituite da molte specie di uccelli appartenenti al gruppo dei limicoli (FRATINO, CAVALIERE D'ITALIA)

Nello Stagnone capitano anche specie di uccelli rari come le AVOCETTE, le GARZETTE, le SPATOLE alti trampolieri africani dal becco piatto e i FENICOTTERI che vi sostano durante gli spostamenti che compiono dalla Francia dove nidificano, al nord-Africa dove vanno a passare l'inverno, o ancora il MIGNATTAIO un trampoliere di medie dimensioni ormai molto raro e dalle piume con bellissimi riflessi verde-azzurro.

Nelle tiepide e basse acque delle saline ormai abbandonate dell'Isola Grande sono stati avvistati: Aironi ed Anatre Selvatiche.

Le acque della laguna, poco profonde e calde favoriscono la crescita della Poseidonia oceanica, che si dispone in modo da formare con le sue lunghe foglie cuscini fluttuanti, noti alla gente del luogo come "trisce".

Le "trisce" sono l'habitat ideale per numerosissime specie anche pregiate della fauna ittica, vi si nascondono, solitamente, le spigole, le orate (orateddra") e i cefali (i muletti).

In laguna si possono pescare inoltre saraghi, sogliole, anguille e specie occasionali come scorfani e mormore. ,

Nel tardo inverno nelle acque dello stagnone si riproduce la Seppia, abbondante durante tutto l'anno.

Lungo la costa, all'alba e al tramonto si possono "acchiappare" con le mani i granchi, i" vuccuna" e le arselle. 

Ma lo Stagnone non vive senza le saline. Esse appaiono come un'immensa scacchiera cui il colore del sole conferisce prodigiosi colorazioni, dal porpora al rubino, dal vermiglio al blu intenso.

 

 

L'origine delle saline è molto antica, viene fatta risalire ai fenici l'impianto dei primi bacini nell'area del mediterraneo e si ha notizia certa che nel XV secolo esistevano nello Stagnone alcune saline in piena attività.

Attualmente ne esistono alcune sull'ISOLA LUNGA o GRANDE e quattro sulla terra ferma.

La struttura complessiva della salina comprende quattro ordini di vasche. Le vasche hanno forma rettangolare e dimensioni varie, poste a differenti livelli ingegnosamente studiati e divise le une dalle altre da argini in conci di tufo; la loro profondità varia dai 30 ai 120 centimetri a seconda del tipo di coltivazione a cui sono destinate.

La successione delle vasche nelle saline è la seguente:

1. FRIDDA

qui l'acqua marina entra con l'alta marea; la salinità è di 3.5°- 4.5° Baumé

2. RETICALDA

salinità di 12° Baumé

3 RUFFIANA

salinità 16° - 18° Baumé

 

4. CÀURA

  salinità 24°- 26° Baumé . Acqua " fatta " ad alta salinità

5. CASEDDA

in queste vasche termina il ciclo con la raccolta del sale

 6. ARIUNI

l'argine della salina dove viene ammucchiato il sale

 

7. MULINO

I mulini sono usati per spostare l'acqua da una vasca all'altra.

 Ai primi di luglio inizia la raccolta del sale. I salinari tutti "stagiunari" entrano nelle caselle ed iniziano a frantumare la crosta che si è venuta a formare. Quindi trasportano il sale e lo ammucchiano ricoprendolo con le tegole di terracotta per proteggerlo dalla pioggia autunnale. Il prodotto poi ..... verrà venduto.

Ma le saline dello Stagnone non possono vivere senza la figura del " salinaro ", mestiere antico che vive ancora in questa laguna, grazie all'amore e alla tenacia di Turi Toscano, poeta e "salinaro".

E' sempre lì, paziente, come un gran sacerdote tutore di quell'immenso paradiso bianco, ripete infinite volte svelando i segreti dell'acqua quando arrossa, imbianca, affiora cristallina. " E' un'acqua benedetta questa dello Stagnone perché ha i fondali bassi e l'evaporazione è più veloce". Il poeta "salinaro" muove le labbra e lentamente recita:" sugno mastru di salina/pi lu sali guvirnari/quannu agghiorna la matina/ trovu sempri soccu fari ........."

C'è un po' di malinconia nel vecchio poeta "salinaro" che guarda il sale luccicare e si rammarica che " ci sono ancora tante cose da scoprire. Io a questo mare, a questa salina a questi colori ho rubato quello che ho potuto. Ma sono solo piccoli granelli. Il meglio forse è ancora dentro quei cumuli di sale".

Il mondo della salina è tutto questo: è poesia, mito, folclore, artigianato, canti, espressioni religiose; tutta una cultura che ha interagito per secoli con la popolazione della costa .

 

 

 

 Gli alunni del plesso Amabilina del 3° Circolo Didattico di Marsala.


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