Campo aerodinamico intorno ad un profilo alare

Il corpo che si presta per eccellenza ad essere studiato all'interno di una corrente indisturbata, è senza dubbio il profilo alare.
Infatti questo, una volta immerso nel fluido presenterà un particolare campo aerodinamico, variabile a seconda dell'incidenza e dell'uso o
meno di superfici chiamate ipersostentatori.
Il profilo da noi utilizzato è di tipo concavo-convesso riproducente, a meno di una certa affidabilità, quello di un'ala in uso dagli aeromobili odierni.
Inserito il profilo nella camera a fumo, si osserva come la corrente viene disturbata dallo stesso producendo i seguenti effetti.
Per basse incidenze il fluido, giunto nei pressi del bordo d'attacco, rallenta bruscamente aumentando la propria pressione, infatti secondo il principio di Bernoulli, in un fluido la somma dei vari tipi di energia
(energia potenziale, energia cinetica, energia di pressione) si mantiene costante.
La diminuzione di pressione, dovuta al ripristino del moto del moto del fluido, sarà tanto sensibile tanto maggiore sarà l'incidenza e distribuita differentemente su tutta la superficie del
profilo.
La forma tipica di questo infatti, fa sì che nella parte superiore (dorso) la diminuzione di pressione sia maggiore rispetto a quella che si ha nella parte inferiore (ventre).
Tutto questo determina una cosiddetta differenza di pressione.
Ad ogni pressione è associata una forza ed a pressione maggiore corrisponde forza maggiore. Nel profilo considerato, essendo la pressione sul ventre maggiore di quella agente sul dorso, si genereranno delle forze la risultante delle quali viene definita forza aerodinamica.
Ben evidenziata nelle foto è l'area in cui le linee rappresentanti la corrente assumono un'andamento disordinato, turbolento, a causa del distacco dello strato limite. Questo è causato dal fatto che l'energia dello strato limite viene fortemente influenzata dall'attrito dell'aria con la superficie del corpo.
Inizialmente l'attrito è tale da differenziare semplicemente le velocità presenti nello strato limite. Infatti, così come avviene nel letto di un fiume, l'acqua che scorre in superficie, avrà velocità maggiore rispetto a quella che scorre sul fondo proprio a causa dell'attrito.
Dopo la fase iniziale però, la diminuzione di energia (causa dell'attrito) sarà tale da costringere lo strato a distaccarsi dal corpo, cercando di riottenere l'energia perduta dagli strati d'aria adiacenti.
All'aumentare dell'incidenza, il punto di distacco si avvicinerà sempre più al bordo di attacco per quanto riguarda il dorso, di uscita per quanto riguarda il ventre. Giunti in prossimità di un certo valore di incidenza, il repentino distacco dello strato e il conseguente moto turbolento ad esso associato, provocheranno la brusca diminuzione di forza aerodinamica e la conseguente incapacità dell'aeromobile di sostentarsi. Tale condizione di volo viene denominata condizione di stallo.