L'ETA' AUGUSTEA

Le basi costituzionali

 

Nel 32, nell'imminenza della guerra contro Cleopatra, Ottaviano si fa prestare un giuramento dalle città italiane (coniuratio Italiae), in nome dei valori italico-occidentali contro le forze disgregatrici dell'Oriente; scaduti i poteri triumvirali, questi vengono riconfermati a lui solo (che li deporrà nel 27). Su questo fondamento alquanto vago dal punto di vista formale (tanto da assomigliare a un "colpo di stato") ha inizio un potere personale che crescerà a poco a poco (surgere paulatim) dopo la vittoria su Antonio e Cleopatra.

Nel 31 Ottaviano ottiene il consolato (consulem se ferens), che manterrà ogni anno fino al 23. Nel 30 gli viene conferita la potestas censoria che conserverà fino al 22, grazie alla quale riforma il senato (munia senatus in se trahere); nello stesso anno ottiene due componenti della potestas tribunicia: lo ius auxilii e la inviolabilità. Nel 28 viene proclamato princeps senatus, col diritto di prendere per primo la parola nell'assemblea senatoria (ancora i munia senatus): è il nomen principis che costituisce l'involucro formale del potere di Augusto. Nel 27 depone il mandato triumvirale: ma il 13 gennaio ottiene per dieci anni l' imperium proconsulare, ossia il governo delle province imperiali (quelle non pacificate, in cui è stanziato il grosso dell'esercito); pochi giorni dopo, il 16 gennaio, riceve il titolo di Augustus ("santo, sublime, venerabile"), connesso al verbo augeo ("accrescere") e alla nozione di auctoritas (autorevolezza e supremazia morale).

Nel 23 (l'anno della fallita congiura di Fannio Cepione e Varrone Murena) Augusto affronta quella che sembra la prima crisi piuttosto seria nei rapporti col senato; non esce però indebolito dallo scontro (anche se Mommsen parla di "diarchia" principe-senato): rinuncia al consolato (sarà di nuovo console nel 5 e nel 2 a.C.), ma gli viene rinnovato l' imperium proconsulare (più volte riconfermato in seguito), e con l'attribuzione del diritto di veto (intercessio) acquisisce completamente la potestas tribunicia, che resterà il fondamento del suo potere civile (così come l'imperium proconsulare è il fondamento del potere militare): sono i munia magistratuum, "le prerogative delle magistrature" che Augusto ha avocato a sé.

Nel 22 il sovrano rinuncia alla potestas censoria e ripristina la regolare censura. Nel 18 gli vengono confermati l'imperium proconsulare e la tribunicia potestas; a questi poteri egli associa il genero Agrippa, che assume pari dignità nel principato. Nel 17 celebra i ludi saeculares (Orazio compone il Carmen saeculare). Nel 12, alla morte di Lepido che deteneva la più alta carica sacerdotale, Augusto diventa pontifex maximus, realizzando così anche l'unione del trono con l'altare, infranta dal tempo della caduta dei re" (L. Homo).