|
Jean-Baptiste-Pierre-Antoine de Monet, cavaliere di Lamark (1744-1829)
Naturalista francese che ebbe una profonda influenza sullo sviluppo delle idee dell'evoluzione non solo sugli studiosi del XIX secolo, ma anche su quelli attuali. Lamark era zoologo e botanico. Cominciò la sua carriera come botanico e pubblicò innanzitutto una Flore française ("Flora francese") (1778), poi un Dictionnaire de Botanique ("Dizionario di botanica") e un saggio sulla classificazione delle piante, che gli permisero di essere ammesso all'Accademia delle scienze. Nel 1788 entrò al servizio del botanico del Jardin du Roi (futuro Muséum national d'histoire naturelle). Nel 1793 divenne professore di zoologia al Muséum dove fu il primo a occuparsi dell'insegnamento riguardante vermi e insetti, animali dei quali sottolineò i caratteri comuni in opposizione ai vertebrati e che egli stesso definì col termine di invertebrati. Fece numerose ricerche relative agli invertebrati sia viventi sia fossili e pubblicò importanti opere di zoologia sul sistema degli animali senza vertebre (1801), sull'organizzazione dei corpi viventi (1802) e, infine, una storia naturale degli invertebrati (1815-1822) che pubblicò verso la fine dell'esistenza quand'era quasi cieco e in estrema indigenza. E' in quest'ultima opera che egli sviluppò le sue idee sull'evoluzione e i meccanismi suscettibili di esplicare la trasformazione progressiva della specie, già notata da Buffon. Per Lamark ogni cambiamento del mezzo impone all'animale o alla pianta un adattamento alle nuove condizioni. Le modificazioni che intervengono nell'organismo per rispondere alle nuove necessità si traducono, per esempio, in un rimpiazzamento degli organi implicati oppure in un adattamento funzionale. Le trasformazioni, di scarsa entità all'inizio, si rinforzano di generazione in generazione se le condizioni permangono e portano a una evoluzione adattativa degli organismi. L'elemento base di questa interpretazione è che le modificazioni acquisite sotto l'influenza del mezzo sono trasmesse ai discendenti: questa teoria è chiamata "eredità dei caratteri acquisiti" e è diventata sinonimo di lamarkismo. Si suole opporre il lamarkismo al darwinismo ma è bene ricordare che nella sua origine delle specie Darwin aveva accettato il principio dell'ereditarierà dei caratteri acquisiti come principio evolutivo. Infatti, nel darwinismo si tratta di variazioni fortuite, di mutazioni che permangono nelle popolazioni e che si completano nei discendenti mediante il gioco della selezione. Nessuna prova sperimentale formale è stata data finora dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti, ma molti aspetti dell'adattamento fisiologico o dell'adattamento del comportamento non sono perfettamente spiegati dal darwinismo.
|