TRADIZIONI LINGUISTICHE E RELIGIOSE DEI POPOLI MIGRANTI

Nella introduzione alla nostra ricerca, quando abbiamo riportato le percentuali delle popolazioni migranti presenti in Italia, abbiamo rilevato che i quattro gruppi più numerosi sono i seguenti: i marocchini, gli iugoslavi, i filippini ed i tunisini. Seguono poi altre nazionalità, ma in percentuali numeriche minori. Dovendo delimitare la nostra indagine per motivi di tempo e non potendo perciò analizzare usi e costumi di tutte le minoranze migranti presenti in Italia, abbiamo deciso di restringere l'analisi alle tradizioni linguistiche e religiose delle componenti migratorie islamiche, che comprendono non soltanto marocchini e tunisini, ma anche parte degli emigrati iugoslavi presenti in Italia.

CONCEZIONI RELIGIOSE DEGLI EMIGRATI PROVENIENTI DAL MONDO ISLAMICO

Certamente, quando parliamo delle tradizioni religiose islamiche non affermiamo con questo che gli immigrati presenti oggi in Italia siano necessariamente tutti o in buona parte credenti, ma cerchiamo, con questo settore della nostra ricerca, di analizzare le concezioni e le tradizioni religiose di provenienza di questi gruppi umani. Dobbiamo fare perciò riferimento alle Scienze ed alla Storia delle religioni, per definire i connotati generali della loro religione originaria. Possiamo subito affermare che l'Islamismo, con il Cristianesimo ed il Buddismo, è una delle più praticate religioni del mondo. Oggi essa conta sulla terra 800 milioni circa di aderenti ed è diffusa in 162 paesi, quale religione di stato. Il significato originario di "Islam" è : "sottomissione incondizionata ad Allah". Libro sacro degli islamici è il Corano, che raccoglie i principi dogmatici della predicazione di Maometto, costituito da 114 capitoli o "sure", e che nella forma attuale riproduce la compilazione fatta per ordine del terzo Califfo, successore del profeta. L'Islamismo è una religione monoteista. Dio è unico, trascendente, onnipotente. I musulmani, a questo proposito, considerano politeisti i cristiani, perché credenti nella Trinità (il Dio dei cristiani ha un'unica natura, ma in tre persone) e sacrileghi poiché osano raffigurare Dio nelle immagini religiose. I musulmani, al contrario, consapevoli dell'assoluta trascendenza di Allah, non possono rappresentarlo con immagini ed i loro luoghi di preghiera presentano soltanto affreschi e mosaici di tipo decorativo. La sura n. 21 del Corano contiene la professione di fede: "Non c'è altro Dio all'infuori di me". Come i cristiani, i musulmani credono in un aldilà, in un giudizio finale di salvezza o di dannazione e nell'esistenza di un paradiso (da loro immaginato quale luogo di godimenti sensuali unitamente alla visione di Allah) e di un inferno (in cui i dannati saranno, in zone differenziate, tormentati dal fuoco). Molto forte nella religione islamica è la concezione della predestinazione: Dio salva chi vuole, ma ci sono alcuni passi del Corano che fanno pensare all'esistenza, nel giudizio divino, di una componente derivante dall'uso che l'uomo ha fatto della sua responsabilità. Ancora oggi i teologi musulmani si interrogano sul quesito: assoluto arbitrio di Dio o libertà dell'uomo? Una situazione privilegiata è riservata a chi perde la vita durante la guerra santa. Questi va direttamente in Paradiso. Al contrario, gli altri attendono il giudizio finale nella tomba. Attorno ad Allah ci sono gli Angeli, spiriti asessuati nati da lui. Tra angeli ed uomini sono i "geni", figure sessuate buone o cattive che vivono accanto all'uomo. Ogni uomo ha un genio buono ed uno cattivo accanto a sé. I demoni, invece, sono capeggiati da Satana, angelo ribelle. Per difendere gli uomini contro di lui, Allah ha inviato sulla terra 124.000 profeti, tra cui Adamo, Abramo, Mosè, Gesù e per ultimo Maometto. Con lui si conclude la rivelazione. E' interessante ora vedere a quali precetti debba attenersi fedelmente un islamico per poter essere considerato tale. Egli deve anzitutto credere nell'unicità di Allah e nel fatto che Maometto sia il suo profeta. Egli deve inoltre rivolgere ad Allah la preghiera rituale cinque volte al giorno, con il volto rivolto alla Mecca (salat). Deve esercitare la carità legale (zakat) e quella individuale (elemosina). Deve rispettare il digiuno (sawan) dall'alba al tramonto nel mese del Ramadan, che è il nono del calendario musulmano. Deve svolgere un pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Alcune correnti musulmane rispettano un sesto precetto: la necessità della guerra santa. Presso gli sciiti, di cui parleremo dopo, il sesto precetto è la fede nell'Iman (capo carismatico, cui si riconosce autorità assoluta, perché discendente da Maometto).

QUALI SONO LE FESTE PIU' IMPORTANTI DEL MONDO MUSULMANO?

Anzitutto quella già nominata del Ramadan, nono mese dell'anno, in cui si rispetta il digiuno diurno e ci si astiene dai rapporti sessuali. C'è poi il Piccolo Bayram, festa della fine del digiuno. Il Grande Bayram invece, inizia 70 giorni dopo la fine del Ramadan, dura 4 giorni e prevede l'immolazione di un animale.

L'ARTICOLAZIONE RELIGIOSA DEL MONDO ISLAMICO

Sarebbe erroneo però considerare il mondo islamico come un tutto unitario. Anche in esso esistono delle correnti, di cui le principali sono le seguenti: sunnita, sciita e scismatica.
I SUNNITI sono i musulmani fedeli alla Sunnah (o tradizione) del Corano e costituiscono l'83% di tutto il mondo islamico. Essi si considerano i veri ortodossi. La Sunnah, infatti, cui essi fanno riferimento, contiene le parole, la vita e le opere di Maometto ed insieme al Corano costituisce la base normativa e di comportamento per ogni credente.
Gli SCIITI ritengono sia stato successore di Maometto non il suo discendente maschile più prossimo, ma il genero Alì a cui il profeta avrebbe rivelato i maggiori segreti.
Gli SCISMATICI si dividono in numerose scuole. Quella dei Kharijti raccoglie i combattenti, sostenitori di un rigido codice etico. Ci sono poi gli Yazidi, presenti fra i Curdi, che hanno forte timore di Satana ed hanno il divieto di pronunciarne il nome. I Drusi credono che la divinità s'incarni in alcuni uomini eccezionali. Altra corrente è quella degli Ammadiya, che accanto alle credenze islamiche uniscono in sincretismo religioso credenze buddiste. Essi sono contrari alla guerra santa.

CONCLUSIONE

Il gran numero di islamici presenti nel nostro paese ha indotto le autorità italiane a consentire la costruzione di alcune moschee nelle maggiori città italiane. Di recente costruzione è quella romana in località "Forte Antenne". Ma comunità islamiche numerose sono presenti anche a Milano, a Torino, a Mazara del Vallo.