Nel codice
Leonardo si occupa quasi unicamente di un argomento: lo
studio delle acque. Nei suoi studi questo
tema ricorreva continuamente e più volte, nel corso
della sua vita, si propose il compito di riunire in un
trattato organico tutti i casi e le conoscenze accumulate
sul comportamento dell'acqua. Nelle numerose tavole del
codice, accompagnate dai testi e da note, i disegni
illustrano correnti, vortici, onde, canali, argini,
chiuse, dighe, bacini, bonifiche, macchine per lo
sfruttamento dell'energia idrica, studi per l'utilizzo
dell'acqua a scopi militari.
In una nota marginale della Carta 9A f.9r raccolse
i punti salienti di un ideale trattato sull'evoluzione
delle acque:"Farai
prima un libro che tratti de' lochi occupati dalle acque
dolci; el 2' dall'acque salse; el 3' come per la partita
di quelle queste nostre parte son fatte più lievi e per
conseguenza più remote dal centro del mondo ".Non scrisse mai questo trattato, ma
dell' acqua analizzò ogni aspetto, da quello più
strettamente fisico a quello più legato alle
applicazioni pratiche (canali di irrigazione, vie di
trasporto, fonti di energia ecc.). Sua era la tesi che:
"La gravità della
terra e dell'acqua, insieme giunte e miste, abbino
comunemente il suo centro concentrico col centro del
mondo, el quale centro ancor sia centro della superfizie
sperica dell'acqua, e non del suo peso, come di sopra
dissi [...] il centro della gravità dell' acqua e della
terra essere concentrici col centro del mondo, quando la
terra fussi perfettamente sferica". Per Leonardo, i mutamenti sulla
superficie della terra erano causati dal movimento delle
acque, per erosione; i fiumi erano formati da corsi
d'acqua che scaturivano dalle profondità degli abissi
marini e non, come si pensava, dalle piogge o dallo
scioglimento delle nevi. In altre pagine si esaminano il
flusso e il riflusso dell' acqua nei fiumi e nei mari, il
moto delle onde, le maree e così via. Ma sono poi le
applicazioni pratiche di idraulica che vengono descritte
più diffusamente nelle pagine del famosissimo codice.
Negli anni della conpilazine, in quello che gli studiosi
di Leonardo definiscono "il secondo periodo
milanese", egli riprese ad interessarsi dei
proggetti che aveva in precedenza curato quando, sotto
gli Sforza, svolgeva il compito di ingegnere
responsabile del funzionamento delle vie d'acqua.
Tra questi, uno dei progetti più ambiziosi riguardava il
miglioramento del canale, che attraverso l'Adda
allacciava Milano al lago di Como.
Nel corso della vita Leonardo mostrò molto interesse per
il fiume Arno. L'artista conosceva molto bene tutta la
zona nei dintorni del fiume e passava intere giornate ad
osservarne il corso esaminando la possibilità di
renderlo navigabile. Tra le varie ipotesi che passavano
nella sua mente vi era quella di costruire un grande
canale che collegasse Firenze al mare, per mezzo di una
galleria che permettesse di superare il passo di
Serravalle per poi sfociare nel Tirreno.
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Carta 14A f.14r:
Leonardo
studia qui gli effetti di oggetti posti
nella corrente, si tratta di pali
variamente orientati, oggetti conici e
semisfere

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Carta 9A foglio
9r:
questo
disegno è in una pagina dove l'autore fa
una somma delle sentenze contenute nel
codice. 
"qui
seguirò e farò un pocho di discorso del
trovare le acque benchè paia alquanto
fori del nostro ordine e poi le metterò
per ordine alli lor lochi nel distender
dell'opera"

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