L' Alchimia farmacologica e l' Islam
Fornace alchemica

Nel mondo arabo l’ alchimia si sviluppo’ ponendo in chiara evidenza come l’ intervento di perfezionamento dell’ uomo portava ad una maggiore perfezione dei prodotti artificiali alchemici rispetto a quelli naturali.
Si deve agli alchimisti Arabi un grande sviluppo delle tecniche di distillazione con gli "alambicchi" che utilizzarono perseguendo l’ idea di tentare di estrarre lo "spirito" ( il respiro vitale emesso dal Sole che da’ vita alle cose), che si riteneva esercitasse la funzione di legame per tenere assieme gli elementi terreni e i frutti della terra.
L' alcool distillato dal vino e dalla frutta fu ad esempio ritenuto un elixir magico, in quanto medicamento capace di curare dalle infezioni delle ferite ed anche vari altri mali. Grande sviluppo ebbe la Alchimia araba al tramonto dell' impero romano.
L' Islam dette un grande incremento alla civilta’ mediterranea e riusci' a integrare sotto un nuovo profilo concettuale la scienza classica di origine greca con la cultura orientale ( dell' India e della Cina).
In particolare cio' avvenne quando l' impero islamico realizzo' il suo immenso dominio esteso dall' India alla Persia al nord-Africa, e poi alla alla Sicilia e alla Spagna. In quell' epoca fu al massimo fulgore la capitale dell' Islam, che si sposto' da Damasco (661-750 d.C) a Bagdad , dove con grande tolleranza culturale il Califfo Harum al-Rashid ( 786 - 809 a.C.) detto l' Illuminato, famoso per i riferimenti al suo tempo nel libro "Le Mille ed una Notte", inizio' a far convergere le culture dei popoli conquistati per dar sviluppo alla "Casa della Sapienza"con una grandiosa biblioteca e grande mecenatismo per i saggi di ogni provenienza culturale e religiosa.
In questo ambito l' alchimia Islamica fiori’ sviluppado la cosi’ detta "via umida" ( detta cosi’ a differenza delle "via secca" che utilizza il fuoco per fondere sostanze omogenee e separarle da quelle eterogenee).
Le nuove tecniche alchemiche condussero a scoprire molti acidi ed alcali e nuovi sali nonche’ liquori medicamentosi utili a rendere piu’ perfette le attivita’ dell’ essere umano. La finalita’ della "via umida" fu quella di ricercare l’ Elixir di lunga vita, ovvero "Oro-Liquido" oppure la "Medicina Vera ed Universale", come estremo obbiettivo del perfezionameto della vita terrena.
Diversamente dal mondo Arabo la Alchimia venne invece considerata "arte segreta" nella sponda cristiana del mediterraneo, dove gli alchimisti furono normalmente considerati gente di malaffare , stregoni dediti ad arti magiche ed occulte piu' che studiosi di scienza.
Contemporaneamente a Bagdad l' alchimia, libera da condanne e pregiudizi religiosi, inizio' a prendere sviluppo come scienza e tecnica separando la propria cultura dalla magia.
Il piu' famoso alchimista arabo fu Giabin ibn Hayyan, che visse durante la seconda meta' del VII sec. d.C. e perfeziono' il processo di distillazione costruendo nuovi tipi di alambicchi con cui ottenne moltissimi altri "elixir" e "tinture" a base di alcool ed anche l' acqua distillata quale solvente esente da impurezze.
La preparazione dell' alcool ( la cui etimologia deriva da "al -ghul", che significa spirito del demonio), fu permessa per uso medicinale nonostante che l' assunzione di bevande alcoliche fosse proibita e punita con fermezza dal Corano.
L' Alchimia Araba sviluppo' processi tecnici artigianali di grande rilevanza, tra essi la produzione della carta secondo metodi importati dalla alchimia cinese.
Gia' dal 793 d.C. fu realizzata a Bagdad la prima cartiera nella quale si ottenne una produzione semi-industriale della carta da una pasta di fibre di canapa e di gelso, mescolate ad allume e colla, che veniva levigata e ridotta a foglio e fatta seccare al sole.
La produzione della carta si diffuse rapidamente nel mondo islamico portando un forte contributo alla stessa diffusione della cultura.