Hanno detto ...


Carlo Rubbia
“Vi sono campi dove la nostra conoscenza e la nostra capacità di intervento e di regolarizzazione sono carenti e ove è urgente più che mai colmare il vuoto. E’ proprio qui che i concetti di libertà e responsabilità di una Scienza intimamente legata ad una Tecnologia che ne deriva, saranno messi a dura prova e la posta in gioco sarà la sopravvivenza dell’umanità stessa. Ma se è facile acquisire, su scala mondiale, conoscenza e coscienza di questi problemi, grazie soprattutto al potere della comunicazione, la capacità di prendere, sempre su scala planetaria, decisioni adeguate e urgenti in modo da tradurre in pratica questa saggezza anch’essa essenziale, è ancora tragicamente carente. E’ necessario dotarsi di mezzi di intervento rapidi e potenti, basati sulla forza delle leggi, e che possano operare su scala planetaria. Per arrivare a questo, ci si scontrerà inevitabilmente con un gran numero di interessi economici derivati dalla stessa Scienza e dalle tecnologie che, grazie ad una potente struttura multinazionale, risultano privilegiati rispetto alla saggezza ed alla pianificazione globale”. Carlo Rubbia: "Ruolo, responsabilità e limiti dello scienziato, protagonista della ricerca scientifica e tecnologica. Quaderni di vita italiana". Scienza e spazio aperto, “Settimana della cultura scientifica in Italia”, 18 - 22 marzo 1991, N.2, 1991.
Rita Levi Montalcini
Nell’articolo introduttivo al volume commemorativo della II Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica del 1992, l'illustre scienziata afferma che l’iniziativa di invitare i cittadini alla visita dei Musei umanistici, artistici e scientifici è di grande rilevanza per la salvaguardia dell’ambiente ed ha " lo scopo di rendere i visitatori consapevoli degli strumenti scientifici oggi a disposizione per la conservazione delle risorse ambientali, per la gestione del territorio e l’eliminazione delle scorie inquinanti. Queste problematiche sono oggi affrontate da una persistente insufficienza di forze di ricerca e di professionisti, laureati e tecnici, e prospettano promettenti indirizzi di investimento di nuove leve”.
Giorgio Tecce
Il prof. Giorgio Tecce, ora Rettore dell’Università di Roma “La Sapienza”, nell’introduzione alla “Guida ai luoghi di interesse scientifico noti e meno noti di Roma e Provincia” (1984) afferma che: “L’obbiettivo della Guida è proprio quello di stimolare la curiosità ponendo continui interrogativi così da portare il lettore a voler approfondire temi ed argomenti, a voler vedere da vicino anche i luoghi ove la Scienza è di casa”. Fra i più interessanti di questi luoghi vi sono i Musei Universitari dove non solo si fa ricerca, ma si conservano i prodotti finali di lunghi e faticosi studi umanistici e scientifici.
Renato Cialdea
“ E’ necessario che un visitatore entrando in un Museo sia interamente coinvolto nel processo culturale, ciò può avvenire solo se il museo gli si presenta come un oggetto veramente vivo .. promuovendo una attiva interazione museo - pubblico ... migliorando i sussidi audiovisivi ... con seminari, tavole rotonde, corsi per le scuole ... con mostre temporanee ... e dando la possibilità al pubblico di lavorare in un laboratorio del museo per poter eseguire singolarmente ricerche sia nel campo storico - bibliografico, sia nel campo strumentistico, sia nel campo pratico - didattico con progettazione ed esecuzione di dimostrazioni ed esperienze”. Renato Cialdea: "La crisi attuale dei Musei". Comunicazione al Convegno Nazionale Italiano dell’ICOM “Il Museo chiude?”, Venezia, 14 - 15 aprile 1984.
Luigi Campanella
“Vedere lo strumento scientifico ha un significato importante proprio per comprendere pienamente il ruolo che questo ha avuto nella ricerca ... Ci sono alcuni esempi storici nei quali la strumentazione ha svolto un ruolo fondamentale e insostituibile rispetto all’oggetto della ricerca, pensiamo all’elettrodinamica di Ampère, al contatore Geiger, alla camera a nebbia: si può leggere su queste tre strumentazioni tutto quello che si vuole, ma si deve avere davanti lo strumento per capire che cosa c’è dietro i principi di funzionamento dello stesso”. Luigi Campanella: "Un esperienza di Museo della didattica della Scienza". Liceo Classico E. Q. Visconti, MUSIS, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Scienze Matematiche e Fisiche Naturali, N.21, 1992.
Augusto Vigna Taglianti
“Il museo non può essere statico, ed anche la cosiddetta mostra permanente, l’esposizione stabile, deve continuamente aggiornarsi e riflettere il livello della ricerca: ricerca di base, ricerca sul territorio, ma anche ricerca per la stessa realizzazione della mostra della didattica, della idea - guida ... Il museo scientifico è anche un insieme di servizi ... biblioteche, laboratori, sale per riunioni e per conferenze. Il ruolo che il museo scientifico può assumere per l’educazione permanente diventa ancora più rilevante, come centro di informazione scientifica e di documentazione e come e vera e propria struttura di base che fornisce le competenze per tutti gli intereventi sul territorio, come supporto teorico per interventi di gestione sul suo bacino di utenza. Ed a questo punto si inserisce anche il rapporto con le associazioni naturalistiche, scientifiche, protezionistiche, spontanee od istituzionalizzate”. Augusto Vigna Taglianti: "I musei universitari romani: quale futuro?" - Sapere, N. 8 - 9 (858), 83 - 86, agosto - settembre 1983.
Aldo Rossi
“I musei universitari sono dei centri di ricerca ... Le collezioni sono un repertorio, un archivio di oggetti derivati direttamente dalle esperienze di laboratorio, dalle raccolte sul campo e da acquisti o da donazioni. Ne deriva che i musei universitari sono caratterizzati da collezioni monotematiche, di riferimento e di confronto per la ricerca e spesso sono depositari di raccolte di oggetti uniche che sono entrate nella Storia della Scienza. I musei universitari sono centri di didattica avanzata: l’esposizione degli oggetti è finalizzata agli insegnamenti specializzati in un settore della scienza. La lettura degli oggetti esposti è pertanto complessa e richiede l’azione diretta del docente per introdurre gli studenti nei fondamenti scientifici che hanno determinato la raccolta, la classificazione, la logica dell’ostensione dei materiali museali. I musei scientifici sono quindi il punto di riferimento per l’apprendimento pratico, percettivo e operativo non solo per gli studenti universitari, ma anche per quelli delle Scuole di ogni grado: questi centri privilegiati svolgono una funzione educativa, informativa e divulgativa che collega l’Università all’ambiente esterno. E’ in questo senso che il MUSIS inquadra i musei universitari nel grande progetto degli itinerari scientifici per far conoscere al grande pubblico sconosciuti patrimoni culturali e strumentali e creare le condizioni culturali per la formazione di un Museo della Scienza a Roma.” Questa citazione e le precedenti sono tratte dall’articolo di Aldo Rossi, Il ruolo dei Musei Scientifici nella didattica universitaria, pubblicato su Biologia Oggi, IX (3) 1995, 151 - 160.
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