Dai Musei scientifici,
lampi di contagiose passioni.

Macchè luoghi severi e silenziosi. Macchè eterno riposo e quiete dei sensi. Dai Musei scientifici ci giunge l’eco di grandi passioni amorose. Ci sono i diari. Ci sono gli strumenti. Ci sono gli esemplari. Ci sono le prove. Ci sono i disegni. Ci sono le fotografie. Ci sono le emozioni. Ci sono gli strumenti con cui Fermi fotografava pezzi di atomo dopo averli presi di mira con un cannone a neutroni. Ci sono i termometri e le bilance con cui Cannizzaro pesava i gas degli elementi e metteva in pratica le formidabili intuizioni di Avogadro. Sembra ancora di sentire urla e imprecazioni. Ognuno ha un suo modo di dire Eureka quando si trova alle frontiere della conoscenza. Ognuno ha un suo modo di smaltire la sua febbre di sapere provando e riprovando. Una febbre contagiosa. Nei Musei si prende. Nessuno di noi può dimenticare l’emozione nel rivivere le scoperte, che portano nomi gloriosi. Al pari delle grandi storie amorose, suscitano in noi emozione, meraviglia, invidia. Entrare in un Museo scientifico è rivivere queste passioni. Certamente esige una disponibilità e un desiderio di conoscere. Anche Marylin Monroe, James Dean ed Elvis Presley sono entrati, giustamente, nei Musei. Infatti i Musei si fanno per tener vivi i simboli della passione, e appassionare i fans. Quando entrate in un Museo, state attenti. Potreste prendervi la Cosa, e non sareste più quelli di prima. Potreste andare a casa di un amico e tovarci il manifesto di Newton, di Fermi o di Einstein. Anche lui, colpito! Attenzione ... la Cosa colpisce ancora!
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