Nedda Guidi

Come faccio le mie sculture...


Ideazione:

“ E’ la prima fase, costituita da una serie di semplici appunti e di progetti su fogli e su cartoni e in piccoli modelli di argilla. Questa fase dura molto tempo ed è vissuta in un magma di soluzioni dove l’elemento geometrico gioca il ruolo di una scelta primaria per la vitalità segnica che lo caratterizza. Quando ho voluto un esagono irregolare sono stata dei giorni a pensare e disegnare per poter trovre la diagonale che lo tagliasse in modo tale che due lati avessero le stesse misure, cioè ci fosse un rapporto tra la diagonale e i sei lati.”

Momento decisionale:

“ E’ la fase in cui parte un certo lavoro. L’ideazione si traduce in tempi di lavorazione. E’ la fase più obbligata. La scelta di una soluzione lascia cadere le altre possibili. Quando penso a questa fase, penso che la vita, la nascita fattuale di una operazione sorge dalla morte di altre per limitatezza umana”.

Realizzazione dell’opera:

“La realizzazione è legata a operazioni pratiche che richiedono la massima concentrazione di attenzione onde il calcolo corrisponda all’intenzione e l’intenzione all’opera vera e propria.
1. preparo il modello di legno
2. faccio la forma in gesso
3. taglio l’argilla in fogli spessi circa un centimetro
4. stendo un foglio di argilla dentro la forma di gesso premendolo alle parete con le mani e con una spugna
5. attendo un’ora circa per liberare la forma in argilla dal suo involucro di gesso
6. faccio essiccare la argilla lentamente per evitare distorsioni
7. metto la forma nel forno
8. faccio partire la cottura”.

Materia:

“ Il foglio di argilla è la pagina plastica delle mie emozioni e della liberazione del gesto formante... Adagio questo tessuto di terra su un morbido letto di trucioli di legno, poi il gesto accompagna il vuoto sul vuoto e il pieno sul pieno... La materia si fissa e fissa, documenta, testimonia le impronte di gesso... L’argilla, il colore, gli ossidi, l’analisi dei materiali prima e dopo l’azione del fuoco diventano elementi primari di conoscenza dei ritmi concreti del fare.”

Ceramica e colore:

“Pesare, misurare, aggiungere, sottrarre, manipolare, curare, attendere l’ultima prova per un colore-materia che nasce dal fuoco. Le molecole che agiscono e reagiscono. Attenzione per le varrianti minine e attesa della corrispondenza tra previsione e operazione. Il colore pensato dentro gli impasti.”. Come è noto, il colore delle ceramiche è determinato da aggiunte di vari tipi di ossidi che, reagendo al calore, assumono colori finali. Esistono varie tecniche per ottenere ceramiche colorate. Nel corso della sua produzione Nedda Guidi è passata da una tecnica di smaltatura finale dopo la cottura dei pezzi, a una che prevede l’immissione degli ossidi coloranti direttamente nell’impasto iniziale.

Il forno:

“ Gran fuoco rosso nascente rosso scuro rosso ciliegia nascente rosso ciliegia rosso ciliegia chiaro arancio arancio chiaro. Il colore rosso che muta. L’occhio che guarda attraverso la spia. Il calore che sale di un grado al secondo. Il calcolo dei minuti per dare più fuoco. L’occhio che spia attraverso il foro. La mano che gira in manometro. Il rumore del fuoco che cresce. Il riverbero incandescente del fuoco. Il calore del fuoco. L’occhio che scruta l’interno infuocato. Il rumore assordante del fuoco. Il calcolo delle ore. Le ore di fuoco. Nove, dieci, a volte dodici. Dopo il silenzio.”

Il fuoco:

“ E’ possibile prevedere fino a un certo punto come si comporteranno gli oggetti al momento della cottura. La pratica insegna che se si conducono bene certe operazioni precedenti, lo scarto di imponderabilità è minimo, ma l’incertezza dura fino alla fine del ciclo operativo. Il fuoco, anche se condotto e controllato è un fattore determinante di per sè”.



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