OSTIENSE

L'area dell’Ostiense si estende immediatamente all'esterno delle Mura Aureliane lungo la via Ostiense fino alla Basilica di S. Paolo.


STORIA
Lambita dal Tevere, che in questo tratto forma una larga ansa, è stata in antico una zona agricola importante per gli approvvigionamenti alimentari della Roma antica per la sua fertilità e per la comodità dei trasporti; punteggiata di monumenti sepolcrali che costeggiavano la via Ostiense, primo fra tutti la Piramide Cestia, era attraversata anche da un fiume sacro, l'Almone, oggi artificialmente divenuto sotterraneo, proveniente dalla Valle della Caffarella e che confluisce nel Tevere all'altezza dell'ansa. La sua connotazione rimase praticamente immutata fino al 1863, quando venne inaugurato da Pio IX il Ponte dell'Industria, ponte in ferro che serviva al passaggio della ferrovia sul Tevere. La presenza della ferrovia richiamò nei decenni successivi i primi insediamenti industriali: il Mattatoio (intorno al 1890) nell'area del Testaccio, i Molini Biondi e la Mira Lanza (nei primi anni del '900) sulla sponda destra del Tevere. Ma fu con la politica industriale della Giunta Nathan (dal 1909 in poi) che l'Ostiense assunse la connotazione di prima vera area industriale di Roma. Si creò il Porto Fluviale con gli annessi Magazzini Generali, lo Stabilimento del Gas (oggi Italgas) con il Gazometro, la Centrale termoelettrica Montemartini, i Mercati Generali, il Consorzio Agrario, si ampliarono gli impianti MiraLanza e Molini Biondi. L'uso della ferrovia e del Tevere (allora importante via di trasporti), la vicinanza dei quartieri operai di Testaccio e Garbatella, ne favorirono la nascita ma anche il rapido declino.
Già nel secondo dopoguerra il Tevere perse ogni navigabilità commerciale, i trasporti su gomma si svilupparono vorticosamente a svantaggio di quelli su ferro, lo sviluppo urbano di Roma accerchiò l'area ostiense, ormai zona semicentrale: i siti industriali furono rapidamente chiusi o trasferiti.
La più grande area industriale romana a partire dagli anni '60 è divenuto un cimitero di elefanti, trascurato dalla politica urbanistica ed interessante solo per mire speculative; ma il possente patrimonio di archeologia industriale ha creato freni per queste operazioni più volte tentate. È difficile cancellare siti emblematici, come il Gazometro, dal panorama romano!


PROSPETTIVE Finora infatti le uniche operazioni di riconversione di siti dismessi hanno interessato la Centrale Montemartini ed i Magazzini Generali, la prima a scopi culturali e sociali, mentre i secondi sono divenuti sede dell’ISA (Scuola di addestramento per i Vigili del Fuoco). Il recente insediamento in zona della nuova III Università di Roma ha indotto il Comune ad elaborare un progetto d'area, oggi alla discussione della cittadinanza, che tenta di ricucire le grandi infrastrutture urbane, che intorno all'area ostiense presentano un grande strappo; preservando solo i siti industriali più significativi, il progetto libera grandi aree per edifici universitari e per attività terziarie. Il patrimonio storico, industriale ed urbanistico della zona sarà salvaguardato ed accessibile alla collettività?


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